gioffry
Moderatore sezione Analogica
Il primo errore che si compie quando si comincia a stampare in camera oscura è quello di estrarre il foglio dalla vasca di sviluppo quando "ci sembra una bella stampa". Ma con la luce rossa, ciò che vediamo non è la realtà!!!
immagine tratta da Google
Quindi vi spiego un sistema semplicissimo: lo sviluppo fattoriale. È una tecnica evergreen (illustrata anche da Ansel Adams nel suo testo “Stampa”) che ci consente di capire quando estrarre la carta dallo sviluppo ma soprattutto di standardizzare le nostre stampe non curandoci della temperatura e dell’esaurimento del rivelatore.
In pratica, una volta immersa la carta nel rivelatore è sufficiente contare i secondi necessari al primissimo annerimento (questo è il tempo di comparsa o TC) e moltiplicarlo per un coefficiente chiamato fattore (F) che consente di ottenere il tempo necessario al corretto sviluppo della carta.
Ma come calcolare F ? Intanto è bene sapere che F differisce per ogni accoppiata carta/rivelatore e quindi è necessario conservare un appunto scritto magari sulla confezione della carta, in cui riportiamo il fattore per ciascuno dei rivelatori che usiamo abitualmente.
Per calcolare F è sufficiente attenersi la prima volta alle indicazioni del bugiardino della carta e/o del rivelatore, ovvero versare nella bacinella il rivelatore fresco e portarlo a temperatura corretta; quindi se i bugiardini dicono (ad esempio) che con Ilford PQ il tempo di sviluppo della carta Ilford Multigrade FB è di 90 secondi, osserviamo ad esempio che il TC è di 9 secondi, lo dividiamo per il TS del bugiardino e abbiamo trovato il fattore (F=10).
A questo punto non ci interessa più né mantenere il rivelatore a temperatura costante, né curarne l’esaurimento. sarà sufficiente misurare il TC e moltiplicarlo per 10.
Semplice no?
N.B. quanto il TC raddoppia (nell’esempio di prima, quando osserviamo che il TC da 9 secondi passa a 18 secondi) vuol dire che il nostro rivelatore non è più utilizzabile, è esaurito, e quindi lo sostituiamo o rigeneriamo.
immagine tratta da Google
Quindi vi spiego un sistema semplicissimo: lo sviluppo fattoriale. È una tecnica evergreen (illustrata anche da Ansel Adams nel suo testo “Stampa”) che ci consente di capire quando estrarre la carta dallo sviluppo ma soprattutto di standardizzare le nostre stampe non curandoci della temperatura e dell’esaurimento del rivelatore.
In pratica, una volta immersa la carta nel rivelatore è sufficiente contare i secondi necessari al primissimo annerimento (questo è il tempo di comparsa o TC) e moltiplicarlo per un coefficiente chiamato fattore (F) che consente di ottenere il tempo necessario al corretto sviluppo della carta.
Dunque TC x F = TS (tempo di sviluppo)
Ma come calcolare F ? Intanto è bene sapere che F differisce per ogni accoppiata carta/rivelatore e quindi è necessario conservare un appunto scritto magari sulla confezione della carta, in cui riportiamo il fattore per ciascuno dei rivelatori che usiamo abitualmente.
Per calcolare F è sufficiente attenersi la prima volta alle indicazioni del bugiardino della carta e/o del rivelatore, ovvero versare nella bacinella il rivelatore fresco e portarlo a temperatura corretta; quindi se i bugiardini dicono (ad esempio) che con Ilford PQ il tempo di sviluppo della carta Ilford Multigrade FB è di 90 secondi, osserviamo ad esempio che il TC è di 9 secondi, lo dividiamo per il TS del bugiardino e abbiamo trovato il fattore (F=10).
A questo punto non ci interessa più né mantenere il rivelatore a temperatura costante, né curarne l’esaurimento. sarà sufficiente misurare il TC e moltiplicarlo per 10.
Semplice no?
N.B. quanto il TC raddoppia (nell’esempio di prima, quando osserviamo che il TC da 9 secondi passa a 18 secondi) vuol dire che il nostro rivelatore non è più utilizzabile, è esaurito, e quindi lo sostituiamo o rigeneriamo.