gioffry
Moderatore sezione Analogica
Il fissaggio è la rimozione, dopo l'esposizione e lo sviluppo, degli alogenuri d'argento non utilizzati della pellicola o della carta. Solo dopo il fissaggio è dunque possibile accendere la luce durante una sessione di sviluppo o di stampa. Un corretto fissaggio può fare la differenza tra un'immagine che dura nel tempo e un'immagine che prima o poi si esaurirà sul supporto. Quindi non sottovalutatene l'importanza!
Ci sono due tipi di fixer:
ACIDO: lo usiamo solo qualora volessimo neutralizzare l'effetto alcalino del rivelatore saltando il bagno d’arresto (MA leggere qui) oppure per regolare il pH per di un indurente (ma di questo, forse, ne parleremo un'altra volta). Fra questi ci sono i fixer ILFORD e ARS-IMAGO
ALCALINO: quelli contenenti ammonio tiosolfato, in particolare, sono considerati i più efficaci con le moderne emulsioni delle pellicole e delle carte. Inoltre agiscono più velocemente e durano più a lungo, non macchiano, non ossidano e prevedono tempi di lavaggio più brevi. Fra questi ci sono i fixer BWORK, FOMA e BELLINI
Il tempo di azione del fixer deve essere adeguato a produrre un negativo bello grigio. Un fissaggio eseguito per un tempo troppo breve, spesso produce un negativo color melanzana.
immagine tratta da Google
Al termine del fissaggio (d'ora in poi parlo solo di pellicola e non di carta) è necessario un lavaggio accurato con il cdt "metodo ilford" (da fare sempre nella tank) e successivamente un bagno di lavaggio con imbibente, una soluzione leggermente oleosa che serve a proteggere la pellicola, eliminare la sua elettro staticità e soprattutto prevenire le bolle di calcare (un negativo con le bolle è da buttare). A tal fine, è inoltre consigliabile utilizzare acqua demineralizzata. Con acqua normale, invece, è necessaria una dose maggiore di imbibente ma ciò comporta il rischio di striature o comunque un residui oleoso eccessivo.
Io ne uso 2,5ml ogni mezzo litro d’acqua (capite bene che un litro di imbibente lo conservate anche per i vostri nipoti).
Il lavaggio con imbibente non va eseguito nella tank con la rotazione del "pistolotto" perché altrimenti si crea schiuma e si rischia di macchiare il negativo.
Bisogna preparare la soluzione, versarla in una vaschetta. Rimuovere la pellicola dalla spirale. Poi prendere la striscia di pellicola tenendo la testa con una mano e la coda con l'altra mano. Si immerge la pellicola nella vaschetta e poi si fa un movimento a dondolo alzando prima la mano destra (abbassando l’altra) e poi quella sinistra (abbassando la destra). Eseguire questa procedura per 2 minuti.
Evitare di utilizzare terginegativi, tergicopie, o non so come chiamarli, ovvero quegli attrezzi che servono a raccogliere l’acqua superficiale dal negativo. Non serve a nulla se non a graffiare la pellicola (IMHO).
Poi c'è chi sostituisce l'imbibente con il sapone (vero @mangi?) o con alcool (per accelerare l'asciugatura).
EDIT: sottolineo quanto riportato da @mangi: è fondamentale mantenere costante la temperatura anche durante questi trattamenti, quindi non solo durante lo sviluppo. Non si rischia così il danneggiamento dell'emulsione che comporta microbuchi nelle zone nere del negativo ovvero punti neri nelle alte luci.
Ci sono due tipi di fixer:
ACIDO: lo usiamo solo qualora volessimo neutralizzare l'effetto alcalino del rivelatore saltando il bagno d’arresto (MA leggere qui) oppure per regolare il pH per di un indurente (ma di questo, forse, ne parleremo un'altra volta). Fra questi ci sono i fixer ILFORD e ARS-IMAGO
ALCALINO: quelli contenenti ammonio tiosolfato, in particolare, sono considerati i più efficaci con le moderne emulsioni delle pellicole e delle carte. Inoltre agiscono più velocemente e durano più a lungo, non macchiano, non ossidano e prevedono tempi di lavaggio più brevi. Fra questi ci sono i fixer BWORK, FOMA e BELLINI
Il tempo di azione del fixer deve essere adeguato a produrre un negativo bello grigio. Un fissaggio eseguito per un tempo troppo breve, spesso produce un negativo color melanzana.
immagine tratta da Google
Al termine del fissaggio (d'ora in poi parlo solo di pellicola e non di carta) è necessario un lavaggio accurato con il cdt "metodo ilford" (da fare sempre nella tank) e successivamente un bagno di lavaggio con imbibente, una soluzione leggermente oleosa che serve a proteggere la pellicola, eliminare la sua elettro staticità e soprattutto prevenire le bolle di calcare (un negativo con le bolle è da buttare). A tal fine, è inoltre consigliabile utilizzare acqua demineralizzata. Con acqua normale, invece, è necessaria una dose maggiore di imbibente ma ciò comporta il rischio di striature o comunque un residui oleoso eccessivo.
Io ne uso 2,5ml ogni mezzo litro d’acqua (capite bene che un litro di imbibente lo conservate anche per i vostri nipoti).
Il lavaggio con imbibente non va eseguito nella tank con la rotazione del "pistolotto" perché altrimenti si crea schiuma e si rischia di macchiare il negativo.
Bisogna preparare la soluzione, versarla in una vaschetta. Rimuovere la pellicola dalla spirale. Poi prendere la striscia di pellicola tenendo la testa con una mano e la coda con l'altra mano. Si immerge la pellicola nella vaschetta e poi si fa un movimento a dondolo alzando prima la mano destra (abbassando l’altra) e poi quella sinistra (abbassando la destra). Eseguire questa procedura per 2 minuti.
Evitare di utilizzare terginegativi, tergicopie, o non so come chiamarli, ovvero quegli attrezzi che servono a raccogliere l’acqua superficiale dal negativo. Non serve a nulla se non a graffiare la pellicola (IMHO).
Poi c'è chi sostituisce l'imbibente con il sapone (vero @mangi?) o con alcool (per accelerare l'asciugatura).
EDIT: sottolineo quanto riportato da @mangi: è fondamentale mantenere costante la temperatura anche durante questi trattamenti, quindi non solo durante lo sviluppo. Non si rischia così il danneggiamento dell'emulsione che comporta microbuchi nelle zone nere del negativo ovvero punti neri nelle alte luci.
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