Bracketing e HDR

photojack

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Ciao,
Ho provato a creare delle immagini HDR usando la tecnica del Bracketing sulla mia Canon 40D. La procedura mi ha suscitato una domanda sulla teoria. Ok.
Domanda da niubbo:
Visto che scatto in Raw, ha senso utilizzare il bracketing visto che le impostazioni di esposizione possono essere cambiate facilmente in Camera Raw o Lightroom? Infatti si può creare una HDRI anche con una sola immagine RAW.
Tra i dati vedo però che per ottenere un'esposizione diversa è stato modificato automaticamente il tempo di scatto nelle altre 2 foto; presumo quindi che abbia senso visto che sono state apportate delle modifiche "fisiche" per catturare diversamente la luce e non è solo un escamotage software diciamo. Ora la questione non riguarda solo la tecnica dell'HDR ma un po' in generale e sarei felice di ottenere conferma e/o ulteriori delucidazioni in merito a quanto detto sopra.
Grazie
 

barbaquadro

Maestro
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Non sono un esperto di HDR, però aprire eccessivamente le ombre (usando una sola immagine raw) non credo che sia conveniente, può portare ad artefatti.
Per questo penso che si uniscano due o più scatti con la tecnica del braketing (un'immagine sotto esposta, una correttamente esposta e una sovra esposta, -1, 0, +1 oppure -2, 0, +2 etc..) per avere un'ampia gamma dinamica per un'immagine quanto più possibile "pulita".
 

49luciano

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HDR, perchè si usano più immagini con esposizioni diverse.
oggi abbiamo a disposizione molti programmini per fare questo "giochetto" per ottenere immagini che ci facciano vedere ogni particolare e ogni parte di una immagine anche in condizioni di luce esasperata, mi riferisco a quelle fotografie dove abbiamo differenze di illuminazione che vanno dalla luce accecante a zone di ombre completamente chiuse.
In genere si scattano tre immagini con tre esposizioni diverse, una "giusta" una sottoesposta una sovraesposta, non è escluso nemmeno un numero di scatti superiore, in alcuni casi si arriva anche a una decina di scatti, poi ci si affida al software che lavora per noi.
:snack:(intanto che lavora noi ci facciamo una pausa)
Usando una sola immagine il risultato potrebbe piacere ma sarà sempre un aggiustamento che sacrificherà qualche zona dello scatto.
Quindi, l'esposizione non va fatta su tre o più scatti così a caso ma bisogna calcolare l'esposizione per le varie zone di interesse, ovvero una esposizione va calcolata per la parte più luminosa, in genere il cielo, la finestra da dove si vede l'esterno (nel caso di un HDR di un interno) poi si fanno scatti con l'esposizione media, e infine calcolare l'esposizione delle parti in ombra o addirittura delle parti di zone che risulterebbero completamente nere.
Unite le immagini si valutano le correzioni che si possono fare, si salva l'immagine nel formato che interessa e si procede poi alla lavorazione del fotogramma finale.
Ho postato un esempio, uno scatto eseguito durante un'uscita di gruppo in una giornata dove abbiamo trovato il tempo peggiore degli ultimi anni, pioveva, il cielo era "nero", freddo e buio, questo scatto è il risultato di cinque scatti, con differenze di sei stop fra le alte luci e le ombre, poi postprodotto modificando il colore, (cielo e acqua, scaldando le pareti e ravvivando i verdi).
Buone prove.... ;)
 

Ricky92

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luciano è stato completissimo concordo con lui... considera che ogni foto che elabora la tua macchina in raw contiene informazioni diverse di ogni singolo scatto, i 3 scatti che effettui (anche se conosco persone che arrivano addirittura a 6,9 scatti! ) servono appunto per recuperare le zone di ombra/luce per aumentare maggiormente la gamma dinamica dell'immagine. L'hdr può essere un'ottima tecnica per esaltare e ravvivare la foto.. ma occhio a non abusare troppo seno spuntano aloni orrendi :D
 

photojack

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Ok. A dire il vero l'HDR mi interessa fino ad un certo punto. Volevo solo capire e approfondire alcuni concetti più che altro. Quindi se ho capito bene nei 3 raw minimi , diciamo, per ottenre una HDRI, ci sono informazioni differenti, non è solo un arteficio software. Mi collego ad esempio al bilanciamento del bianco che se pur sbagliato al momento dello scatto può essere aggiustato in camera raw di photoshop.

Nel mio caso le diverse esposizioni sono state ottenute modificando il tempo di apertura, ma se teoricamente si fosse agito sui valori ISO, sarebbe stata la stessa cosa?
Voglio dire quando modifichiamo la sensibilità del sensore è una cosa che avviene fisicamente (come l'apertura e il tempo) o è solo una modifica ottenuta via software, cioè il sensore non è come la vecchia pellicola che aveva effettivamente diverse sensibilità.
Scusate ma sono ancora a gli inizi e alcuni nozioni incominciano ad accavallarsi, oltre al fatto che a me piace provare a capire il funzionamento, per quanto possibile, delle cose.
Grazie.
 

49luciano

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Ok. A dire il vero l'HDR mi interessa fino ad un certo punto. Volevo solo capire e approfondire alcuni concetti più che altro. Quindi se ho capito bene nei 3 raw minimi , diciamo, per ottenre una HDRI, ci sono informazioni differenti, non è solo un arteficio software. Mi collego ad esempio al bilanciamento del bianco che se pur sbagliato al momento dello scatto può essere aggiustato in camera raw di photoshop.
Quando scatti con diverse esposizioni, avrai risultati diversi, con bianchi e neri più o meno aperti o chiusi, proprio come con la "vecchia pellicola".

Nel mio caso le diverse esposizioni sono state ottenute modificando il tempo di apertura, ma se teoricamente si fosse agito sui valori ISO, sarebbe stata la stessa cosa?
Teoricamente sì, in pratica è sempre meglio tenere la stessa sensibilità e lo stesso diaframma e agire sul tempo di esposizione, cosi facendo manterrai sicuramente la "qualità" dello scatto migliore, (nessuna differenza di "grana", nessuna differenza di profondità di campo... ecc.)

Voglio dire quando modifichiamo la sensibilità del sensore è una cosa che avviene fisicamente (come l'apertura e il tempo) o è solo una modifica ottenuta via software, cioè il sensore non è come la vecchia pellicola che aveva effettivamente diverse sensibilità.
Qui le cose sono riservate all'elettronica, la sensibilità varia via software, e a volte mi chiedo se con un po' di impegno, questi fabbricanti di fotocamere, non potrebbero una volta per tutte dare un sensore con sensibilità più estese?, invece ci danno quei pochi ISO una volta all'anno, (con un modello nuovo e più costoso) ce li elargiscono con una parsimonia che fa crescere solo scimmiette sulle nostre spalle, ma il mercato è quello che comanda.....

:cheers:
 

photojack

Maestro
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Grazie Luciano, le tue risposte sono sempre molto esaurienti e interessanti.
Ancora un pensiero sull'ultimo punto, cioè l'ISO.
L'Iso quindi può essere considerato non proprio una vera e propria modifica fisica (come l'impostazione otturatore e diaframma). Una via di mezzo diciamo...si, mi rendo conto che la faccenda può iniziare ad essere complicata.
Ne approfitto per ringraziare anche gli altri utenti che sono intervenuti. Ciao.
 

49luciano

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Ancora un pensiero sull'ultimo punto, cioè l'ISO.
L'Iso quindi può essere considerato non proprio una vera e propria modifica fisica (come l'impostazione otturatore e diaframma). Una via di mezzo diciamo...si, mi rendo conto che la faccenda può iniziare ad essere complicata.
Ne approfitto per ringraziare anche gli altri utenti che sono intervenuti. Ciao.
Immagina di avere una macchina fotografica con dorsi intercambiabili, tu cambi il dorso e in automatico cambi la pellicola, quindi cambi sensibilità.
nel digitale questo diventerebbe più complicato, vorrebbe dire cambiare macchina con un sensore di diversa sensibilità, e questo sarebbe controproducente, quindi il "programma" che gestisce il sensore lo abituiamo a comportarsi come una pellicola a sensibilità variabile, alla pellicola e al sensore deve arrivare luce sempre nella stessa quantità, che ci sia sole o sia notte deve arrivarne sempre la stessa.
per questo motivo ci sono combinazioni di tempi, diaframmi e sensibilità, quindi nell'analogico cambiamo la sensibilità cambiando pellicola, nel digitale diciamo al sensore "sforzati un pochino e leggi di più", lui lo fa e da qui nasce lo sforzo dei fotodiodi e genera il rumore, (grana nell'analogico).
Quindi l'ISO è semplicemente un giochetto di elettronica.
 
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