Bene ragazzi continuiamo con le nostre lezioni, si perché è chiaro questo non è la mia di lezione ,ma la nostra , perché qui tutti siamo allievi e tutti siamo maestri e chiunque abbia voglia di aggiungere qualche cosa che ben venga , che lo faccia pure senza nessun problema, perché questa è la discussione di tutti.
Dopo aver concluso con la lezione sul diaframma , come promesso parleremo dei tempi.
Cosa sono questi tempi?
Come si devono gestire?
E se fotografo animali in movimento?
Chissà quante domante ci facciamo tutte le volte che dobbiamo immortalare lo scatto della nostra vita .
Nella nostra rotellina troviamo di solito un simbolo che può essere “S” “T” “TV” bene questo è il simbolo del tempo che agisce esattamente all’opposto della modalità “A” ( diaframma )
Come scegliamo i "tempi"
I tempi di scatto lunghi favoriscono il mosso e possono essere usati per dare il senso del movimento. Ma se il soggetto si muove velocemente potrebbe risultare confuso; in tal caso è meglio seguire il soggetto mentre si scatta,come se registrassimo.
Più il tempo di esposizione è lungo e più luce arriverà al sensore della fotocamera e quindi l'immagine, a parità di condizioni di illuminazione, risulterà più chiara. Per esempio, per scattare una foto notturna le cui uniche fonti luminose sono le luci della città, sarà necessario utilizzare tempi molto lunghi per permettere a una quantità sufficiente di luce di accumularsi sulla superficie sensibile; in caso di immagini a mezzogiorno in ambienti molto luminosi come una spiaggia o una pista da sci, i tempi di scatto dovranno essere molto brevi per evitare che una quantità di luce eccessiva "bruci" l'immagine creando così una fotografia "sovraesposta", cioè troppo chiara. I tempi di scatto più utilizzati sono quelli attorno a 1/125 di secondo, ma le fotocamere consentono di scegliere valori cha vanno dalla "posa" (un tempo di scatto lungo a piacere, per le fotografie notturne) fino a tempi ridottissimi: di 1/1.000 di secondo e oltre. Se si usano tempi lunghi la possibilità (o il rischio) di ottenere un effetto "mosso" è concreta, del soggetto (che si è mosso durante il tempo di esposizione) o dell'intera foto (se la mano del fotografo non è sufficientemente stabile). In molti casi il mosso è un difetto collaterale dovuto ai tempi di scatto lunghi, ma talvolta l'effetto può anche essere voluto, per riprodurre una sensazione di movimento del soggetto e quindi per dare un senso di dinamicità alla foto. Tempi più lunghi di 1/60 sono sempre a rischio "mosso" e richiedono l'uso di un treppiede o di un supporto stabile; per scattare fotografie in movimento ed evitare l'effetto mosso, per esempio da un'automobile o in barca, occorre scegliere tempi di scatto molto brevi.
Non c'è una sola coppia tempi-diaframmi che permette di avere una giusta esposizione ma tante. Ovviamente alcune combinazioni danno risultati sovra o sottoesposti, ma molti sono equilibrati.
La scelta dipende dal tipo di soggetto: se ci sono elementi in movimento che si vogliono "fissare" è bene scattare con tempi brevi; se si vuole molta profondità di campo, è bene scattare con diaframmi chiusi.
Allora questo significa che se voglio documentare una partita di calcio devo utilizzare tempi brevi?
Certo che si , io consiglio di utilizzare quasi sempre tempi brevi per evitare il mosso , e di utilizzare tempi lunghi solo quando si è costretti , o quando si vuole creare una foto notturna o da effetto .
Un secondo, due secondi, dieci secondi,trenta secondi? I tempi lunghi in fotografia non significano solo immagini mosse e confuse. Anzi se gestiti bene possono essere la scelta giusta per esprimere al meglio la nostra creatività
il controllo del tempo, purtroppo, non è alla portata di tutti. Se si possiede una compatta di gamma economica c'è poco da fare, il tempo di scatto è fisso o, nel migliore dei casi, controllato automaticamente dalla macchina, e quindi non modificabile dall'utente. Ma sono ormai tantissime le compatte che offrono la modalità manuale di impostazione dei parametri di esposizione, e ancora di più quelle che dispongono di qualche modalità Programma dedicata ai tempi lunghi. Ecco che allora si può iniziare a parlare di "gestione" del tempo di scatto, sino a toccare ovviamente il massimo con le reflex ad ottica intercambiabile, macchine che per le loro caratteristiche di versatilità riescono a soddisfare anche le esigenze dei fotografi più esigenti.
Ma se devo scattare una bella foto notturna come devo fare?
Imposto la macchina in Priorità di diaframma o in Priorità di Tempi ?
Ho scattato una foto notturna in priorità di tempi però la foto ha perso nitidezza e anche profondità di campo perché?
Ho scattato una foto notturna in priorità di diaframma ed è successa la stessa identica cosa perché?
Se impostiamo in A o T questi significano rispettivamente controllo dell'esposizione a priorità dei diaframmi (il fotografo imposta il diaframma, la macchina calcola il tempo di scatto), a priorità dei tempi (si imposta il tempo e la macchina calcola il diaframma più adatto)
E allora cosa fare quanto la luce è scarsa?
Quando la luce è molto scarsa, solitamente si ricorre alla modalità manuale ( di solito è una M ), che permette di scegliere sia il tempo che il diaframma. Nel tentativo di schiarire l'impossibile (ad esempio un cielo nero in un panorama notturno), le modalità T e A imposterebbero rispettivamente un diaframma completamente aperto (con perdita di nitidezza e profondità di campo) o un tempo di scatto eccessivamente lungo.
Ecco allora che la modalità manuale rimane quindi l'unica possibilità, con una gamma dei tempi che sulla maggior parte delle reflex si estende anche oltre i 30 secondi.
Quante volte ho scattato ad una festa i fuochi d’artificio e poi a casa ho cestinato tutte le foto?
Io parecchie volte no so voi J
Se avete voglia di farlo e portare a casa scatti spettacolari avete bisogno di pochissime cose:
un treppiedi ( o magari un supporto stabile ) dove appoggiare la macchina ( compatta o reflex che sia )
un tempo di scatto che và dai 2 ai 4 secondi massimo , e disattivare il Flash perché inutile ovvio.