Anche in questo punto bisogna fare delle
"precise precisazioni",
Io vado in montagna, al mare o dove capita, scatto qualche decina di paesaggi e poi li metto in vendita, tizio ne compra qualcuno, diventano suoi e ne fa quello che vuole, che citi o meno la fonte non ha importanza,
lui ha pagato quegli scatti e sono suoi, quelli rimanenti restano in vendita e sono tuoi.
Tizio mi commissiona un lavoro, fare fotografie in una sua attività, industriale o contadina non importa, definiamo un prezzo e una minima quantità di scatti, lui sceglie e paga, anche in questo caso diventano di sua proprietà e anche in questo caso che citi o meno la fonte è ininfluente, a te "avanzano" degli scatti, magari tu li preferisci a quelli che lui ha scelto, PUOI tenerli in archivio, ma non puoi utilizzarli essendo gli stessi parte di un lavoro che ti è stato commissionato e pagato, se tu hai scattato più volte perché lo ritenevi una tua esigenza non importa, quelli "avanzati", per etica professionale corretta, li dovresti eliminare fisicamente, non devono più esistere, come ho scritto prima, li puoi archiviare ma .... non sarebbe giusto.
Rifletti, fai delle foto ad un matrimonio, un ritratto della sposa ti piace più di altri, gli sposi non lo scelgono, che fai? lo vendi a qualcuno? lo usi per farti pubblicità? non credo sia ...... da fare.
Ribalta la situazione, tu sei un sarto, ti viene commissionata una serie di abiti per una sfilata, vengono e ti pagano il tuo lavoro, prendono una parte di abiti e lasciano quelli che non interessano, .... non penso che tu li venda, sei stato pagato per fare un lavoro e quello che "avanza" di quel lavoro, non è tuo, (salvo ovviamente patti contrari SCRITTI).
Consiglio, ogni volta che farai un lavoro, stampati una tabellina/foglio intestato, con le "precisazioni del caso, come prezzo, quantità e ogni altra bazzeccola che sembra banale, non puoi immaginare cosa si inventa il cliente (pochi per fortuna) per chiederti una riduzione di prezzo o addirittura per non pagarti.
ciao.