Apertura del diaframma e sfocato

Nomed

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In questa lezione del corso di fotografia di Playerdue Lighting parliamo dell'apertura del diaframma, il valore che oltre a regolare insieme a tempo di scatto e ISO, l'esposizione delle nostre fotografie, influenza anche la profondità di campo, ovvero l'ampiezza della zona nitida davanti e dietro al piano di messa a fuoco.



Il valore di apertura del diaframma che impostiamo sulla nostra macchina fotografica controlla il diametro del foro all'interno del diaframma dell'obiettivo. Il diaframma è una sorta di iride meccanico che si apre e si chiude grazie a un sistema di lamelle metalliche.

L'apertura del diaframma viene rappresentata con il simbolo f/ o nelle macchine fotografiche semplicemente con la lettera F.

A differenza del tempo di scatto, i valori dell'apertura del diaframma non sono molto intuitivi.


Fotografia correttamente esposta (T 1/25 - F/4.0 - ISO 400).

Innanzitutto abbiamo una scala che utilizza valori come 1.4 - 1.8 - 5.6 - 8.0 - 16, tutti numeri un po' difficili da ricordare per chi si sta avvicinando alla fotografia per la prima volta.

Inoltre i valori di apertura del diaframma influenzano l'esposizione al contrario rispetto a quanto ci aspetteremmo:
  • valori piccoli (come f/1.4 o f/2.0) indicano un diaframma più aperto, quindi fotografie sovraesposte;
  • valori grandi (come f/11 o f/16) indicano un diaframma più chiuso, quindi fotografie sottoesposte.


Come con il tempo di scatto ogni spostamento di tre valori (per esempio 4.0 -> 4.5 -> 5.0 -> 5.6) indica il cambio di uno stop, quindi il raddoppiare o dimezzare della quantità di luce nella fotografia.


Fotografia sottoesposta di 4 stop chiudendo il diaframma (T 1/25 - F/16 - ISO 400)
Possiamo equilibrare questo spostamento di uno stop con lo spostamento di tre valori nel tempo di scatto o di un valore nell'ISO.


Fotografia sovraesposta di 3 stop aprendo il diaframma (T 1.5 - F/1.4 - ISO 400)
L'apertura del diaframma influenza un altro importante aspetto delle nostre fotografie oltre all'esposizione, ovvero la profondità di campo.

La profondità di campo è l'area nitida davanti e dietro al piano di messa a fuoco e permette di regolare se nella nostra fotografia solo pochi dettagli sono a fuoco o se la zona a fuoco è molto ampia:

  • valori di apertura del diaframma piccoli (come f/1.4 o f/2.0) rendono più stretta la profondità di campo, quindi lo sfondo sarà più sfocato e solo i dettagli molto vicini al piano di messa a fuoco saranno nitidi;
  • valori di apertura del diaframma grandi (come f/11 o f/16) rendono più larga la profondità di campo, quindi lo sfondo sarà meno sfocato, si può addirittura arrivare a una fotografia dove è tutto a fuoco da una certa distanza dell'obiettivo in poi.
Bisogna tenere a mente che il piano di messa a fuoco si muove perpendicolarmente alla direzione in cui guarda l'obiettivo, quindi a valori bassi di apertura del diaframma, quando cioè il diaframma è aperto e la profondità è stretta, dobbiamo fare attenzione ad allineare sul piano di messa a fuoco i dettagli che vogliamo siano nitidi.


Spostando il punto di vista diagonalmente rispetto alle file di pupazzetti infatti vediamo che oltre all'omino verde, sono a fuoco i due omini gialli, allineati lungo il piano di messa a fuoco.

Il potere creativo della profondità di campo e della messa a fuoco

Scegliere cosa è a fuoco e cosa è sfocato ci consente di guidare chi guarda una fotografia verso i dettagli che abbiamo scelto noi, per raccontare una storia o per concentrare l'attenzione su un aspetto in particolare della scena immortalata.


Il protagonista della fotografia è la ragazza arrabbiata (T 1/25 - F/4.0 - ISO 400)
Nell'esempio del modellino della classe, scegliendo una profondità di campo stretta e mettendo a fuoco la studentessa al centro, focalizziamo l'immagine su di lei.


Il protagonista ora è il professore in primo piano (T 1/50 - F/2.8 - ISO 400)
Se invece mettiamo a fuoco solamente il professore, l'intera classe passa in secondo piano come importanza ed è l'uomo dietro la cattedra a diventare il protagonista.


Spostando la messa a fuoco in fondo, la protagonista ora è la ragazza che legge (T 1/50 - F/2.8 - ISO 400)
Allontanando la messa a fuoco fino all'ultima fila, possiamo isolare la studentessa concentrata nella lettura di un libro, sfocando il resto della stanza allo stesso modo con il quale la ragazza non vi presta attenzione.


Con una profondità ampia, il nostro sguardo può vagare su più dettagli ( T 1/6 - F/11 - ISO 800)
Riportando la messa a fuoco sulla studentessa al primo banco e impostando un valore di apertura del diaframma più alto come f/11 (quindi un diaframma chiuso), la profondità di campo è molto più larga e pur essendo la ragazza il protagonista, cominciamo a prestare maggiore attenzione anche agli altri personaggi, essendo anch'essi quasi a fuoco.

Conclusione

Una volta che abbiamo preso controllo sull'esposizione, sul mosso e sulla profondità di campo, siamo sulla buona strada per padroneggiare tutti gli aspetti fondamentali per la buona riuscita di una fotografia.


Rocca di Calascio (T 1/1000 - F/8.0 - ISO 400)
Dedicheremo lezioni apposite su come scegliere la profondità di campo per esprimere la nostra creatività ma possiamo anticipare che nella paesaggistica molto spesso si scelgono valori alti di apertura del diaframma, per avere una profondità di campo più ampia e poter avere ben a fuoco tutti i dettagli della scena.

Kristina.jpg
Kristina @kdasheva (1/500 - F/2.8 - ISO 100)
Al contrario nella ritrattistica si scelgono valori di apertura del diaframma bassi, per avere una profondità di campo più stretta così da rendere a fuoco solamente la persona fotografata, sfocando lo sfondo o gli elementi in primo piano.

Come sempre vi incoraggio a sperimentare i concetti spiegati nella lezione scattando quante più fotografie potete in situazioni diverse, niente insegna meglio della pratica

 

bobol

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chapeau :adora: rivisto tutto con molto piacere
 
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Daniele08

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Ciao! finalmente con questa lezione ho capito come ottenere l'effetto sfocato, in questi giorni ho acquistato un 50mm f/1.8 stm e riesco ad amplificare molto di più l'effetto che ottengo solitamente con il mio obiettivo. (provato solamente a casa purtroppo)
 

itsriavale

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Ho dei dubbi, non tanto sulla teoria, ho seguito il video ed è abbastanza chiaro come funziona e come lavora il diaframma, ma più sul lato pratico.
Presupponendo di lavorare su micro 4/3, e pensando di comprare un 17mm F/1.8 o un 20mm F/1.7 e volendo usarli da "street", con tutto a fuoco, sarebbero inutilizzabili all'apertura massima di diaframma? Allo stesso modo invece, in notturna, si otterrebbe il tutto a fuoco? Fino a quanti metri, in entrambi i casi? E invece, prendendo come esempio un 12mm F/2, per paesaggi, anche qui volendo tutto a fuoco non userei spesso l'apertura a f/2, in notturna sarebbe utilizzabile ottenendo sempre il tutto a fuoco? Son questi meccanismi che non mi sono chiari.

Spero di essere stata chiara nell'esporre i dubbi che ho :aehm:
 

hauk

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Anche se il diaframma non lo userai sempre tutto aperto non vuol dire che avere maggiore apertura non sia importante. Anzi, gli obbiettivi che si possono permettere un apertura maggiore sono più luminosi e di qualità ottima, perché alle case costruttrici occorrono studi e lenti migliori per gestire queste aperture.
Poi non è detto che mentre scatti un paesaggio tu devi per forza chiudere il diaframma, dipende quanti piani di profondità vuoi mettere a fuoco.
Anche perché se tu vuoi mettere a fuoco una barca a 200 metri in mezzo al mare dove tra te e la barca non c'è altro allora andrebbe bene anche l'apertura massima. Se invece tra te e la barca in mezzo al mare ci sono altre imbarcazioni, una vicino la spiaggia e una a metà, e vuoi metterle a fuoco tutte allora devi chiudere quanto è possibile.
Questo calcolo viene fatto con la regola dell'iperfocale.
Ti consiglio di scaricarti un'applicazione per lo smartphone così ti aiuterà in questo calcolo e servirà per capire meglio.
Ciao
 
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itsriavale

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Immagino certamente siano un prodotto più ricercato, anche se ci sono anche lenti fisse e luminose nettamente accessibili su m4/3. Sull'iperfocale ho già letto qualcosa, sicuramente approfondirò con il tempo, ma appunto prima di prendere eventuali fissi aperti volevo sciogliere questi dubbi.
Gli interrogativi al momento sono sulla lente nuda e cruda, sul senso dell'apertura massima e sull'effettivo utilizzo che ne potrei fare, su ciò che si traduce nella foto, fermo restando le preferenze dette.
 

bebboy

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Premesso che avere "tutto a fuoco" sia quasi impossibile e che "tutto accettabilmente nitido" sarebbe il termine più corretto, non capisco questo estremismo, passi da 1.7 a "tutto a fuoco"...in mezzo c'è il mondo che userai di più!
I valori estremi dell'apertura sono i punti critici della lente, dove questa perde di qualità. L'apertura ottimale di tutte le lenti in commercio è intorno ad F8, qualitativamente parlando.
Avere "tutto a fuoco" in uno scatto non lo rende necessariamente interessante, stessa cosa vale per uno scatto quasi completamente sfocato dove di nitido c'è solo un piccolo particolare. Il bello è giocare con la profondità di campo.
Mi pare di capire, quando scrivi di F2 in notturna con tutto a fuoco, che tu abbia invertito il principio di funzionamento del diaframma.
Intorno ad F2 è l'apertura massima il che si traduce in minore profondità di campo, quindi maggiore sarà la parte sfocata.
Intorno ad F22 l'esatto contrario
 
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