Arte o tecnica?

mimmo miccolis

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Vorrei porre una domanda agli amici del forum:in una foto si deve guardare per primo al lato artistico o al lato tecnico?
 

emart

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io prediligo di gran lunga il lato artistico ed espressivo! però vabbeh la tecnica è importante per padroneggiare l'arte! :)
 
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In fotografia le regole sono veramente minime e poi le regole da seguire sono solo suggerimenti per migliorare la propria arte.
Quindi io le due cose non le devo separate.
 

Wolf

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io prediligo di gran lunga il lato artistico ed espressivo! però vabbeh la tecnica è importante per padroneggiare l'arte! :)
Sacrosanto, solo conoscendo le regole si possono infrangere con cognizione e sfornare qualcosa di piu' "artistico" , diversamente sarebbe solo un tentativo di giustificare uno scatto sbagliato il volerlo spacciare per artistico
 

dude

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si parte sempre dall'arte, nel vedere le cose, nel sapere come rappresentarle... il lato tecnico ti serve invece per essere capace di razionalizzare quello che vede il tuo lato artistico!
 

Nomed

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Per me la tecnica è la base indispensabile per esprimere la propria creatività. In alcune persone reputo sia una forma di pigrizia e superbia quella di dire che non hanno bisogno di conoscere il lato pratico, perchè a loro interessa solo l'arte.

L'arte è fatta di studio, allenamento, prove su prove, fino a quando la "tecnica" cessa di esistere, completamente metabolizzata. A quel punto può nascere la vera arte, perchè la mente ha il controllo sulla realtà e può esprimersi al meglio.

A che serve che nella mia mente ci sia un paesaggio fantastico, con sfumature e chiaroscuri incredibili, se poi quando prendo la matita disegno come un bambino? Ehehe è abbastanza autobiografica come domanda eh. :rotfl:

Per me la domanda se è più importante l'arte o la tecnica perde di significato. L'arte utilizza la tecnica. Un'opera con una tecnica scadente perde del valore.

Proprio alcuni giorni fa ho ascoltato un'intervista fatta a Richard Feynman, un fisico americano le cui ricerche hanno avuto un impatto notevole in molti settori della fisica moderna, sopratutto quella quantistica (per cui vinse un Nobel, del quale non fu mai entusiasta :p).

In questa intervista racconta di come un suo amico artista ogni tanto tirava fuori un discorso su cui non si trovavano molto d'accordo. Il suo amico prendeva un fiore e diceva "Ammira quanta bellezza possiede. Essendo io un artista posso capacitarmi di quanto sia bello davvero ma tu essendo uno scienziato, lo analizzi (nd. mentalmente si intende), lo scomponi nelle minime parti e lo fai diventare una cosa banale."
E su questo punto Feynman esprime la sua perplessità, pur non avendo forse la stessa sensibilità artistica dell'amico, anche lo scienziato può vedere la bellezza del fiore.

E allo stesso tempo può vedere molto di più. La bellezza non è solo a un livello dimensionale, ma può trovarsi anche in realtà microscopiche o nel rapporto tra le parti, nei processi interni. O nel fatto che i colori dei fiori si sono evoluti per attirare gli insetti, cosa che fa nascere la domanda se anche gli insetti hanno un senso del bello e così via. Sono tutti aspetti che si aggiungono alla bellezza del fiore e in nessun modo si sottraggono. In che modo conoscere la realtà di una cosa può rovinarla?

Sono forse andato leggermente OT, ma il discorso è legato. Perchè viene creata la barriera tra tecnica e arte? O in realtà è questo un espediente per ricercare una maniera di poter raggiungere dei risultati prendendo una scorciatoia? Perché se c'è tecnica ci deve essere meno arte?

Non sto esprimendo una critica verso nessuno, è un discorso su cui rifletto spesso e credo veramente a quanto ho scritto, non per accusare nessuno ma per riuscire a identificare me stesso.

Ho un amico di infanzia che mi conosce dalla prima elementare e qualche mese fa chiacchierando del più e del meno è uscito il discorso della fotografia. Con molta tranquillità ha detto che secondo lui io non potrò mai diventare famoso come artista, che sono sempre stato troppo tecnico o che non sono abbastanza poetico. Questo perchè non sono un tipo che tratta temi sociali, perchè mi interessa la tecnologia, perchè mi piace vedere cose fatte bene? O perchè vedo la bellezza anche in cose comuni, mi stupisco di come funzionano o dell'esistenza di alcuni fenomeni, che non sono reputati indici di animo artistico, perchè non sono abitualmente soggetti d'arte?

La mia domanda è più che altro, perchè viene reputato così spesso che bisogna scegliere tra le due, che l'una danneggi l'altra?
 

mimmo miccolis

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Grazie a tutti per le risposte ed in particolare a nomed per il piccolo trattato. Io che non posseggo tutte le basi tecniche cercherò di acquisirle anche grazie al vostro aiuto e quindi quelle immagini poetiche che ho nella mia testa vedrò in futuro di disegnarle meglio con la luce!
 

S8un3no

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In alcune persone reputo sia una forma di pigrizia e superbia quella di dire che non hanno bisogno di conoscere il lato pratico, perchè a loro interessa solo l'arte.
Sono d'accordo completamente con quello che ha detto Carlo... ma la frase che ho citato racchiude perfettamente il mio pensiero riguardo alle persone che, con la "scusa" dell'arte, preferiscono non interessarsi al lato tecnico delle cose!
Questo per quanto riguarda la fotografia, per quanto riguarda la pittura, per quanto riguarda la scultura...e tutte le forme di arte visiva in generale (o di ARTE in generale...senza esclusioni).
 

emart

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questo scritto è preso da una lettera che il mio maestro di tecniche d'arte scrisse ai suoi allievi qualche anno fa, parla di disegno e pittura ma credo che si possa riportare anche in fotografia.

Nello studio del disegno e della pittura, l’apprendimento delle regole è un dovere. Le applicherete con diligenza sino ad arrivare al punto di metterle in pratica , spontaneamente, senza doverle ricordare. Le regole devono diventare parte di voi stessi, come il respiro o il battito del cuore:
Solo al raggiungimento di questo traguardo potrete usarle in modo classico o in modo trasgressivo e ottenere lavori di qualità.
I nuovi materiali devono essere usati come quelli antichi, i gesti di esecuzione sono i medesimi: i gesti dell’uomo, gesti antichi che si tramandano da maestro ad allievo, non c’è altro mezzo.

Non sono convinto che chi non conosce il disegno è più spontaneo e creativo, ma è vero che chi non lo conosce è approssimativo, insicuro, pasticcione, incapace di comprendere dove iniziare e quando e dove finire, soprattutto incapace di ripetere: (non copiare, ma ripetere).
Negli anni dei miei studi alla scuola d’arte, osservavo con stupore e ammirazione i miei maestri disegnare: facevano gesti con la spontaneità di chi li ha nel proprio bagaglio genetico, che nessuno glieli ha mai insegnati.
Poi disegnando molto io stesso, scoprii che solo dopo un lungo e continuo lavoro, si può raggiungere immediatezza e disinvoltura nell’esecuzione. In più, anche i grandi del passato, letti e studiati per carpirne i segreti, hanno contribuito alla mia formazione.
Da sempre, la pittura è una disciplina fatta di regole e di traguardi da raggiungere; sono inutili le comode teorie sulla creatività che evitano l’impegno e la ricerca da parte di taluni insegnanti poco capaci che si trincerano dietro alla teoria romantica: “pittori si nasce e non si diventa”.
Il primo strumento che devi imparare a usare è la tua mano.

L’arte figurativa è una disciplina, esattamente come il bel canto o lo studio di uno strumento. Certo si può disegnare o dipingere senza seguire le regole, come si può cantare grazie a una bella voce o suonare a orecchio. Però non si è pittori, né cantanti, né musicisti, ma solo dilettanti.
 

face(the)fact

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i miei due cent:
Per me l'arte è ciò che fotografi, la tecnica è la fotografia in se per se.Come l'arte sta nella testa e la tecnica sta nel risultato sulla tela. La tecnica, secondo me, serve solo a tirare fuori e rendere fruibile a terzi l'arte che è già nella nostra testa.
 

Hypereyed

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Per me la tecnica è la base indispensabile per esprimere la propria creatività. In alcune persone reputo sia una forma di pigrizia e superbia quella di dire che non hanno bisogno di conoscere il lato pratico, perchè a loro interessa solo l'arte.

L'arte è fatta di studio, allenamento, prove su prove, fino a quando la "tecnica" cessa di esistere, completamente metabolizzata. A quel punto può nascere la vera arte, perchè la mente ha il controllo sulla realtà e può esprimersi al meglio.

A che serve che nella mia mente ci sia un paesaggio fantastico, con sfumature e chiaroscuri incredibili, se poi quando prendo la matita disegno come un bambino? Ehehe è abbastanza autobiografica come domanda eh. :rotfl:

Per me la domanda se è più importante l'arte o la tecnica perde di significato. L'arte utilizza la tecnica. Un'opera con una tecnica scadente perde del valore.

Proprio alcuni giorni fa ho ascoltato un'intervista fatta a Richard Feynman, un fisico americano le cui ricerche hanno avuto un impatto notevole in molti settori della fisica moderna, sopratutto quella quantistica (per cui vinse un Nobel, del quale non fu mai entusiasta :p).

In questa intervista racconta di come un suo amico artista ogni tanto tirava fuori un discorso su cui non si trovavano molto d'accordo. Il suo amico prendeva un fiore e diceva "Ammira quanta bellezza possiede. Essendo io un artista posso capacitarmi di quanto sia bello davvero ma tu essendo uno scienziato, lo analizzi (nd. mentalmente si intende), lo scomponi nelle minime parti e lo fai diventare una cosa banale."
E su questo punto Feynman esprime la sua perplessità, pur non avendo forse la stessa sensibilità artistica dell'amico, anche lo scienziato può vedere la bellezza del fiore.

E allo stesso tempo può vedere molto di più. La bellezza non è solo a un livello dimensionale, ma può trovarsi anche in realtà microscopiche o nel rapporto tra le parti, nei processi interni. O nel fatto che i colori dei fiori si sono evoluti per attirare gli insetti, cosa che fa nascere la domanda se anche gli insetti hanno un senso del bello e così via. Sono tutti aspetti che si aggiungono alla bellezza del fiore e in nessun modo si sottraggono. In che modo conoscere la realtà di una cosa può rovinarla?

Sono forse andato leggermente OT, ma il discorso è legato. Perchè viene creata la barriera tra tecnica e arte? O in realtà è questo un espediente per ricercare una maniera di poter raggiungere dei risultati prendendo una scorciatoia? Perché se c'è tecnica ci deve essere meno arte?

Non sto esprimendo una critica verso nessuno, è un discorso su cui rifletto spesso e credo veramente a quanto ho scritto, non per accusare nessuno ma per riuscire a identificare me stesso.

Ho un amico di infanzia che mi conosce dalla prima elementare e qualche mese fa chiacchierando del più e del meno è uscito il discorso della fotografia. Con molta tranquillità ha detto che secondo lui io non potrò mai diventare famoso come artista, che sono sempre stato troppo tecnico o che non sono abbastanza poetico. Questo perchè non sono un tipo che tratta temi sociali, perchè mi interessa la tecnologia, perchè mi piace vedere cose fatte bene? O perchè vedo la bellezza anche in cose comuni, mi stupisco di come funzionano o dell'esistenza di alcuni fenomeni, che non sono reputati indici di animo artistico, perchè non sono abitualmente soggetti d'arte?

La mia domanda è più che altro, perchè viene reputato così spesso che bisogna scegliere tra le due, che l'una danneggi l'altra?
Caro Carlo, mi permetto di rispondere poiché le tue domande sono state ossessione pensosa per molto tempo nella mia vita.

Sin da bambina ho mostrato inclinazioni decisamente artistiche, interessandomi molto alla pittura e al disegno. Dopo aver messo in croce la mamma insegnante ottenni di imparare a scrivere intorno ai tre anni e mezzo e da allora, goffamente, credevo di metter su capolavori compilando paginette coi pensierini semplici che una mente infantile può partorire.

Da quel momento però ebbi l'esatta percezione di cosa fosse la mia natura, ovvero curiosità e desiderio verso ogni fenomeno capace di stimolare emozioni. Questo mi portò a voler intensamente diventare una scrittrice, una pittrice, e dopo qualche anno anche tantissimo altro. Incontrai la fotografia poco dopo, ma questa è una storia che conoscete.

Intrapreso il cammino scolastico scoprii la scienza e la matematica, che nella mia famiglia umanista non avevano molto spazio, e timidamente ne rimasi affascinata.
Riuscivo bene, e inconsapevolmente sviluppai la convinzione che, sulla scia della capacità di provare qualcosa di personale e intimo, anche i numeri fossero una forma d'arte.

Soltanto dopo mi resi conto che il senso comune innalzava muri altissimi imponendo una rigida suddivisione: da un lato la ragione, dall'altro l'istinto, come si trattasse di uno scontro titanico irriducibile che distingueva senza possibilità d'errore tra tecnica e sentimento.
Non ho mai creduto agli estremismi, e in nuce il senso d'errore rispetto a quella che ritenevo una forzatura trovò conforto intorno ai 13 anni.

Quando iniziai a leggere Freud e Jung capii d'essere nel giusto per la stessa essenza delle loro intuizioni sulla psiche: non esiste unicum senza confronto dialettico, così come è assurdo credere che l'Es o il SuperIo riescano ad esprimersi nella reciproca ignoranza.
Tutt'altro, nell'approfondimento così come ai livelli più superficiali dell'esperienza.

La tendenza della società a semplificare ha un motivo antropologico legato all'elaborazione delle informazioni, appoggiata dai sistemi di governo di ogni tempo, per meglio trattare i vari aspetti del vivere comune.
Ciò è profondamente ingannevole, e qualunque confine non rivela altro che un impoverimento della nostra vera facoltà di comprensione.

Arte e tecnica, emozione e scienza, pittura e matematica non sono altro che i diversi nomi di un'unica peculiarità umana: quella di desiderare, evolvere, migliorarsi, ricercare bellezza e inseguire il perfettibile.
Qualunque attività, se affrontata con passione, è in grado di coinvolgere. Non sarà mai solo un fatto di istinto contrapposto alla ragione come noiosamente ci insegnano.

Chiunque, animato dal fuoco che sente più vicino, colpirà sé stesso e gli altri producendo un elemento d'emozione.
Ecco cos'è l'arte.
 

Fearless

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Prima il lato tecnico. Se è tecnicamente sbagliata non potrà mai essere artisticamente bella.
Un ritratto con il micromosso a 3200 iso con il rumore che ne consegue sarà sempre peggio dello stesso ritratto a 200 iso senza micromosso.

Ci sono delle foto tecnicamente perfette ma che non dicono nulla, nel senso che hanno poco di artistico.

Quando una foto è artisticamente bella, di base ha sicuramente una tecnica di realizzazione. L'arte non è un qualcosa che si genera a caso..Cmq sono d'accordo con voi, Nomed ha già detto tutto
 

Goi

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Come guardare, leggere una fotografia dipende dal contesto in cui l'immagine è inserita che spesso da la giusta chiave di lettura... la tecnica è importante ma la fotografia diventa Fotografia quando riesce a comunicare qualcosa e se lo fa vuol dire che la tecnica è stata usata per un fine artistico...
Insomma a mio avviso la tecnica deve essere lo strumento, la comunicazione il fine.
 

Lucas

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Ripensando a questo topic e vedendo i vari post sulle foto più emozionanti degli ultimi tempi, sono giunto alla conclusione che arte e tecnica da soli non possono rappresentare una foto.
Secondo me, infatti, è rappresentativo anche il contesto della foto.

Anche, non solo.

Come l'arte e tecnica, anche il contesto è parte fondamentale di una foto.
La fotografia, essendo comunicazione, porta un messaggio, ma anche il "come" lo porta è parte integrante della comunicazione.

Un fantastico concetto, ma espresso malissimo, non potrà toccare il cuore delle persone, così come, invece, capita di "confezionare" un discorso così bene che, anche se il contenuto è mediocre, il risultato è eccellente (tipo esempio le interrogazioni all'università).
Questi esempi potrebbero corrispondere nell'ambito della fotografia come Arte (il concetto) e Tecnica (la modalità espressiva).

Ora pensiamo a quando si parla con qualcuno di un argomento che sta a cuore ad entrambi.
Ecco che sentiranno le singole parole in modo passionale e sicuramente con un trasporto maggiore che un interlocutore medio: per fare un esempio immagino sia come parlare di religione con un prete.
Ecco, in fotografia questo è dato dall'oggetto della foto.

Al di là del messaggio che vuole dare l'autore, le foto comunicato un qualcosa di personale ad ognuno (o non comunicano nulla).
Immaginate una foto dallo spazio: credo che affascini il più delle persone perchè sicuramente "particolare": quel messaggio arriva comunque al lettore della foto, al di là dell'arte o della tecnica... sicuramente queste due cose vanno ad aggiungersi ed ecco che alcune foto possono essere stupende (sole che sorge da dietro la terra ripresa dalla luna tecnicamente ben fatta che comunica nascita e speranza), ma anche se la foto non fosse "perfetta" rimane il fatto che il lettore della foto riceve la "forza" dell'immensità dell'universo e ne rimarrà affascinato.

Vedendo le foto famose che ho trovato in questa sezione (grazie della condivisione) ne emerge questo: alcune non hanno nulla a che vedere con arte o tecnica, ma sono già di per sè così forti che risultano comunque molto efficaci.
Spesso sono scatti "casuali" o "istintive" dove non si poteva pensare troppo alla composizione o a cosa esprimere... immagino che se il fotografo avesse avuto il tempo di pensare a inquadratura e messaggio della foto, avrebbero avuto una marcia in più, ma già da sole sono "potenti"

Ok, ho scritto tanto nella speranza di non dire cavolate e di riuscire a esprimermi meglio che potevo.
Come ho detto prima il messaggio è merito anche del "pacchetto" con cui lo si manda al mittente... spero di averlo impacchettato bene ;)

Buonaserata,
Lu
 
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Caro Carlo, mi permetto di rispondere poiché le tue domande sono state ossessione pensosa per molto tempo nella mia vita.

Sin da bambina ho mostrato inclinazioni decisamente artistiche, interessandomi molto alla pittura e al disegno. Dopo aver messo in croce la mamma insegnante ottenni di imparare a scrivere intorno ai tre anni e mezzo e da allora, goffamente, credevo di metter su capolavori compilando paginette coi pensierini semplici che una mente infantile può partorire.

Da quel momento però ebbi l'esatta percezione di cosa fosse la mia natura, ovvero curiosità e desiderio verso ogni fenomeno capace di stimolare emozioni. Questo mi portò a voler intensamente diventare una scrittrice, una pittrice, e dopo qualche anno anche tantissimo altro. Incontrai la fotografia poco dopo, ma questa è una storia che conoscete.

Intrapreso il cammino scolastico scoprii la scienza e la matematica, che nella mia famiglia umanista non avevano molto spazio, e timidamente ne rimasi affascinata.
Riuscivo bene, e inconsapevolmente sviluppai la convinzione che, sulla scia della capacità di provare qualcosa di personale e intimo, anche i numeri fossero una forma d'arte.

Soltanto dopo mi resi conto che il senso comune innalzava muri altissimi imponendo una rigida suddivisione: da un lato la ragione, dall'altro l'istinto, come si trattasse di uno scontro titanico irriducibile che distingueva senza possibilità d'errore tra tecnica e sentimento.
Non ho mai creduto agli estremismi, e in nuce il senso d'errore rispetto a quella che ritenevo una forzatura trovò conforto intorno ai 13 anni.

Quando iniziai a leggere Freud e Jung capii d'essere nel giusto per la stessa essenza delle loro intuizioni sulla psiche: non esiste unicum senza confronto dialettico, così come è assurdo credere che l'Es o il SuperIo riescano ad esprimersi nella reciproca ignoranza.
Tutt'altro, nell'approfondimento così come ai livelli più superficiali dell'esperienza.

La tendenza della società a semplificare ha un motivo antropologico legato all'elaborazione delle informazioni, appoggiata dai sistemi di governo di ogni tempo, per meglio trattare i vari aspetti del vivere comune.
Ciò è profondamente ingannevole, e qualunque confine non rivela altro che un impoverimento della nostra vera facoltà di comprensione.

Arte e tecnica, emozione e scienza, pittura e matematica non sono altro che i diversi nomi di un'unica peculiarità umana: quella di desiderare, evolvere, migliorarsi, ricercare bellezza e inseguire il perfettibile.
Qualunque attività, se affrontata con passione, è in grado di coinvolgere. Non sarà mai solo un fatto di istinto contrapposto alla ragione come noiosamente ci insegnano.

Chiunque, animato dal fuoco che sente più vicino, colpirà sé stesso e gli altri producendo un elemento d'emozione.
Ecco cos'è l'arte.

Angie queste tue parole sono sublimi ... :corna::applauso:

Vorrei aggiungere altro se mi è concesso.

La società moderna ci porta a vedere un qualcosa solo dagli estremi e mai e ripeto mai quello che sta nel mezzo. Così anche per la fotografia !! Perchè osservare una foto dicendo subito "tecnicamente è perfetta/sbagliata" - "da un punto di vista artistico è spettacolare/penosa". I concetti devono essere uniti perchè il bello sta nel mezzo !! E' quando si uniscono con il giusto equilibrio che nasce il capolavoro !!!
Ricordiamo i bei tempi passati, facciamo un salto di 500 - 600 anni nella nostra storia di questa splendida Italia, culla dei più grandi artisti !!! Ne prendo uno a caso Leonardo. Vi sembra che abbia mai fatto distinzione tra tecnica e arte !!! è riuscito ad unire tecniche ingegneristiche ai sui dipinti, ha saputo sperimentare nuove tecniche per i suo affreschi con fallimenti ma anche con grandi successi !!! Non diciamo subito : Eeeee ma lui era un genio !!! Non ho certo la presunzione di paragonare il mio neurone al suo cervello ma perchè sminuire noi stessi !! La scusa del genio è appunto soltanto una scusa !!! Facciamo un balzo di 50 - 60 e qualcosa di più ne prendo unaltro Einstein era considerato un asino di prima scelta durante i suoi studi (scuola elementare o media se non ricordo male) ma poi diciamo che si è rivelato tutt'altro :dubbio: !! Eppure la sua "Arte" era una materia che al giorno d'oggi non consideriamo Arte ma tutt'altro. Lui abbinava lo studio della fisica a quello del violino due cose che forse noi oggi non immaginiamo possibile.

Vi rendete conto che la sezione aurea è pura matematica !!! noi la utilizziamo come il pane !!! questa è tecnica o arte secondo voi ?? I migliori ritratti, vedi la Giocanda ad esempio, utilizzano la pura regola dei terzi !! Allora non si tratta di capolavoro ma soltanto di un utilizzo massivo di una tecnica. Avreste mai il coraggio di dire una cosa del genere ??

Insomma liberiamo la mente da questi canoni mentali ! Guardiamo oltre, oltre il vetro che abbiamo in mano oltre i soldi che abbiamo speso per acquistare la reflex oltre la nostra convinzione di sapere e diamo libero sfogo all'immaginazione al cosa si potrebbe e che non si è ancora fatto ! senza dimenticarci però quello che è stato scoperto !
 

Hypereyed

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Angie queste tue parole sono sublimi ... :corna::applauso:

Vorrei aggiungere altro se mi è concesso.

La società moderna ci porta a vedere un qualcosa solo dagli estremi e mai e ripeto mai quello che sta nel mezzo. Così anche per la fotografia !! Perchè osservare una foto dicendo subito "tecnicamente è perfetta/sbagliata" - "da un punto di vista artistico è spettacolare/penosa". I concetti devono essere uniti perchè il bello sta nel mezzo !! E' quando si uniscono con il giusto equilibrio che nasce il capolavoro !!!
Ricordiamo i bei tempi passati, facciamo un salto di 500 - 600 anni nella nostra storia di questa splendida Italia, culla dei più grandi artisti !!! Ne prendo uno a caso Leonardo. Vi sembra che abbia mai fatto distinzione tra tecnica e arte !!! è riuscito ad unire tecniche ingegneristiche ai sui dipinti, ha saputo sperimentare nuove tecniche per i suo affreschi con fallimenti ma anche con grandi successi !!! Non diciamo subito : Eeeee ma lui era un genio !!! Non ho certo la presunzione di paragonare il mio neurone al suo cervello ma perchè sminuire noi stessi !! La scusa del genio è appunto soltanto una scusa !!! Facciamo un balzo di 50 - 60 e qualcosa di più ne prendo unaltro Einstein era considerato un asino di prima scelta durante i suoi studi (scuola elementare o media se non ricordo male) ma poi diciamo che si è rivelato tutt'altro :dubbio: !! Eppure la sua "Arte" era una materia che al giorno d'oggi non consideriamo Arte ma tutt'altro. Lui abbinava lo studio della fisica a quello del violino due cose che forse noi oggi non immaginiamo possibile.

Vi rendete conto che la sezione aurea è pura matematica !!! noi la utilizziamo come il pane !!! questa è tecnica o arte secondo voi ?? I migliori ritratti, vedi la Giocanda ad esempio, utilizzano la pura regola dei terzi !! Allora non si tratta di capolavoro ma soltanto di un utilizzo massivo di una tecnica. Avreste mai il coraggio di dire una cosa del genere ??

Insomma liberiamo la mente da questi canoni mentali ! Guardiamo oltre, oltre il vetro che abbiamo in mano oltre i soldi che abbiamo speso per acquistare la reflex oltre la nostra convinzione di sapere e diamo libero sfogo all'immaginazione al cosa si potrebbe e che non si è ancora fatto ! senza dimenticarci però quello che è stato scoperto !

Cervelli all'unisono! :)
 
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