PDBzone
GURU
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Premesso che io sono un povero p***a e forse sono eccessivamente sensibile (ed ė un bene ma anche un male), vorrei dare conto di questa mia osservazione, che potenzialmente potrebbe essere utile.
Il riferimento vuole essere ai commenti delle foto.
Io sono il primo a dire che per amore di verità, se uno ritiene di dovere/volere commentare, è tenuto a dire ciò che pensa, peró a volte, per fare in modo spiccio, si assumono toni che per chi li riceve possono risultare estremamente taglienti.
"Questo non va bene, l'altra cosa ė venuta male ed ė pure mossa. Non mi piace. Ciao".
Magari quello riponeva in quella foto il suo primo entusiasmo, forse la titubanza di chi ė agli inizi e si butta con un po' di coraggio, esorcizzando timidezza ed insicurezza. Certe sferzate possono tagliare e fare male, anche se non c'ė intenzionalità di farlo.
Lo dico perché ė successo a me.
Quando postai la prima foto su un altro forum (non so neppure se esiste ancora sto forum) ero agli inizi e l'occhio non era allenato per raccogliere in pochi istanti le leggi della composizione, ma non sapeva neppure orientarsi nel mondo della PP.
Ad ogni modo ci avevo provato ed ero pure contento del mio primo risultato, ma incontrai solo toni da lapidazione pubblica.
In realtà le cose dette erano giustissime, ma l'inclemenza della forma mi ci fece rimanere male.
Ecco, secondo me esiste una forma opportuna del commento, un modo di dire le cose che trasmette alla giusta critica una vibrazione positiva e costruttiva per chi la riceve e non solo demolitrice dell'errore/errante.
Credo che la persona si debba sentire accompagnata, capita, incentivata, altrimenti rischiamo di renderci responsabili del più grande dei delitti: spegnere la fiamma dell'entusiasmo, soprattutto quello iniziale, che ė veemente ma ancora non radicato.
Beh insomma.... Questa ė una faccenda che ho rivolto a me per primo per tante volte, perché come insegnante (mi devo pur guadagnare... le ottiche nuove ) dovrei riuscire a fare questo. Oggi lo condivido con voi: anche un orologio rotto ha ragione due volte al giorno
Il riferimento vuole essere ai commenti delle foto.
Io sono il primo a dire che per amore di verità, se uno ritiene di dovere/volere commentare, è tenuto a dire ciò che pensa, peró a volte, per fare in modo spiccio, si assumono toni che per chi li riceve possono risultare estremamente taglienti.
"Questo non va bene, l'altra cosa ė venuta male ed ė pure mossa. Non mi piace. Ciao".
Magari quello riponeva in quella foto il suo primo entusiasmo, forse la titubanza di chi ė agli inizi e si butta con un po' di coraggio, esorcizzando timidezza ed insicurezza. Certe sferzate possono tagliare e fare male, anche se non c'ė intenzionalità di farlo.
Lo dico perché ė successo a me.
Quando postai la prima foto su un altro forum (non so neppure se esiste ancora sto forum) ero agli inizi e l'occhio non era allenato per raccogliere in pochi istanti le leggi della composizione, ma non sapeva neppure orientarsi nel mondo della PP.
Ad ogni modo ci avevo provato ed ero pure contento del mio primo risultato, ma incontrai solo toni da lapidazione pubblica.
In realtà le cose dette erano giustissime, ma l'inclemenza della forma mi ci fece rimanere male.
Ecco, secondo me esiste una forma opportuna del commento, un modo di dire le cose che trasmette alla giusta critica una vibrazione positiva e costruttiva per chi la riceve e non solo demolitrice dell'errore/errante.
Credo che la persona si debba sentire accompagnata, capita, incentivata, altrimenti rischiamo di renderci responsabili del più grande dei delitti: spegnere la fiamma dell'entusiasmo, soprattutto quello iniziale, che ė veemente ma ancora non radicato.
Beh insomma.... Questa ė una faccenda che ho rivolto a me per primo per tante volte, perché come insegnante (mi devo pur guadagnare... le ottiche nuove ) dovrei riuscire a fare questo. Oggi lo condivido con voi: anche un orologio rotto ha ragione due volte al giorno