gioffry
Moderatore sezione Analogica
Ieri sveglia prima dell'alba, corsa in stazione e partenza alla volta di Ivrea dove ogni anno il Carnevale non è solo maschere e carri.
Infatti nella cittadina canavese al confine tra Piemonte e Valle d'Aosta, da chissà quanti anni, si celebra un Carnevale molto particolare: oltre ai figuranti (il Generale, il Podestà, la Mugnaia, ecc...) che sfilano per le strade del centro insieme agli sbandieratori e alle street-band, il fulcro dell'evento è la Battaglia delle Arance, in cui popolo e tiranni se le danno di santa ragione a suon di agrumi.
Ma per un approfondimento rimando al sito dedicato.
Qui, invece, vorrei parlarvi di come vive quella giornata un fotoreporter (analogico o digitale non importa).
Intanto, è quanto mai opportuno lavorare in autofocus, con otturatori che scattano a 1/8000 di secondo, pellicole veloci (400iso) e tele-zoom da 70-200mm. E fin qui, ero preparato (ho portato anche una rolleiflex con cui ho scattato qualche bella foto, ma quelle che hanno lavorato fino allo sfinimento sono state le Nikon F100 e F90x con cui ho scattato 4 rulli in bianco e nero e 2 a colori).
Non ero invece preparato a tutto il resto! Per cui voglio condividerlo con voi.
Sinceramente pensavo di dover fotografare da lontano, per cui non avevo minimamente pensato al fatto che avrei partecipato anche io alla battaglia!!! Infatti, sia per vivere l'evento sia per immortalarlo, è importante essere dentro ciò che accade. Ed è anche molto semplice: tutti si allontanano per paura di prenderle e di conseguenza tu, che invece vuoi avvicinarti, puoi farlo!
Quindi un fotoreporter deve prepararsi a:
P.S.
Non appena avrò sviluppato i negativi e stampato le foto ... vedrò di scansionarle per farvele vedere.
Infatti nella cittadina canavese al confine tra Piemonte e Valle d'Aosta, da chissà quanti anni, si celebra un Carnevale molto particolare: oltre ai figuranti (il Generale, il Podestà, la Mugnaia, ecc...) che sfilano per le strade del centro insieme agli sbandieratori e alle street-band, il fulcro dell'evento è la Battaglia delle Arance, in cui popolo e tiranni se le danno di santa ragione a suon di agrumi.
Ma per un approfondimento rimando al sito dedicato.
Qui, invece, vorrei parlarvi di come vive quella giornata un fotoreporter (analogico o digitale non importa).
Intanto, è quanto mai opportuno lavorare in autofocus, con otturatori che scattano a 1/8000 di secondo, pellicole veloci (400iso) e tele-zoom da 70-200mm. E fin qui, ero preparato (ho portato anche una rolleiflex con cui ho scattato qualche bella foto, ma quelle che hanno lavorato fino allo sfinimento sono state le Nikon F100 e F90x con cui ho scattato 4 rulli in bianco e nero e 2 a colori).
Non ero invece preparato a tutto il resto! Per cui voglio condividerlo con voi.
Sinceramente pensavo di dover fotografare da lontano, per cui non avevo minimamente pensato al fatto che avrei partecipato anche io alla battaglia!!! Infatti, sia per vivere l'evento sia per immortalarlo, è importante essere dentro ciò che accade. Ed è anche molto semplice: tutti si allontanano per paura di prenderle e di conseguenza tu, che invece vuoi avvicinarti, puoi farlo!
Quindi un fotoreporter deve prepararsi a:
- fatica - bisogna viaggiare leggerissimi, lasciate a casa tutto ciò che non serve - io non sono partito molto appesantito ma neanche leggero.
- correre - bisogna viaggare leggeri anche perchè per vivere situazioni diverse, colori diversi, sfondi diversi, è importante cambiare piazza. Mi spiego meglio: ci sono 5 piazze in cui avviene la battaglia e dove le "squadre popolane" aspettano i "tiranni". Questi ultimi viaggiano su 34 carri e si fermano, uno per volta, in tutte le piazze. Ergo, un fotoreporter potrà/dovrà spostarsi da una piazza all'altra!
- schizzi e urti - bisogna coprire la macchina in modo da preservarla quando verrà raggiunta da una o più fra i milioni di arance che volano (sono esattamente 4.285.000 arance) - non ero proprio preparato a questo e, vi dirò che ore prime della battaglia ho anche riso tra me e me nel vedere che alcuni altri fotoreporter avevano le macchine piene di carta bolle e nastro adesivo; e invece loro sapevano tutto ... non si finisce mai di imparare. Io me la sono cavata con un occhio gonfio e la lente del tokina appiccicosa.
- abbigliamento adeguato - eh si, non fate come me! Munitevi di un bel poncho in plastica ma soprattutto (fontamentale) di un paio di stivali impermeabili e con un bel carroarmato che faccia presa a terra! Badate bene che dopo un'ora di battaglia, a terra c'è una melma scivolosa di colore arancio/verde alta 10cm! Altro che neve!
- prenderla con filosofia - questo è l'ultimo consiglio che mi sento di darvi: tutto ciò che vi accade fa parte del gioco in una bellissima giornata di festa.
P.S.
Non appena avrò sviluppato i negativi e stampato le foto ... vedrò di scansionarle per farvele vedere.