isio
PRO
- Registrato
- 15 Maggio 2011
- Messaggi
- 1.054
- Località
- Padova
- Sito Web
- www.instagram.com
- Corpo macchina
- Sony a7S II
- Sesso
- Maschio
Con un imbarazzante ritardo (ho avuto problemi alla rete internet, nonché un esame da preparare in rapidità) vi (ri)propongo il mio macro che ha partecipato al contest a squadre dal titolo "I cinque sensi".
La cena della Drosera di isiophotos, su Flickr
Eccolo dunque. L'immagine, per la categoria il Gusto, rappresenta gli ultimi attimi di vita di una comune formica, mentre è "vittima" di una Drosera capensis, pianta carnivora che presenta dei tentacoli con alcune gocce di liquido paralizzante con cui bloccano le vittime, completando poi il pasto con l'ausilio della foglia stessa che va ad accartocciarsi sulla preda facilitandone la digestione.
Ho optato per una shilouette poiché, trovandomi in una serra con spazi strettissimi (niente treppiede e soggetto attivo mi impedivano tempi lunghi) e illuminazione scarsissima, non potevo in altro modo mantenere tempi abbastanza elevati da escludermi il micromosso.
Ciò mi ha permesso di tentare di ricreare un'atmosfera cupa, che descrivesse più la parte della "vittima" che quella del "carnefice", e la postprouzione è stata volta a amplificare proprio questo effetto del tipo "ultimi momenti di vita della povera bestiola".
La cena della Drosera di isiophotos, su Flickr
Eccolo dunque. L'immagine, per la categoria il Gusto, rappresenta gli ultimi attimi di vita di una comune formica, mentre è "vittima" di una Drosera capensis, pianta carnivora che presenta dei tentacoli con alcune gocce di liquido paralizzante con cui bloccano le vittime, completando poi il pasto con l'ausilio della foglia stessa che va ad accartocciarsi sulla preda facilitandone la digestione.
Ho optato per una shilouette poiché, trovandomi in una serra con spazi strettissimi (niente treppiede e soggetto attivo mi impedivano tempi lunghi) e illuminazione scarsissima, non potevo in altro modo mantenere tempi abbastanza elevati da escludermi il micromosso.
Ciò mi ha permesso di tentare di ricreare un'atmosfera cupa, che descrivesse più la parte della "vittima" che quella del "carnefice", e la postprouzione è stata volta a amplificare proprio questo effetto del tipo "ultimi momenti di vita della povera bestiola".