quanto è vero questo? (tratto da
qui)
in quanti secondi si traduce su uno sviluppo standard di 6 minuti?
Nell'uso della pellicola (per il digitale sono già intervenuti utenti molto più esperti di me, che non ne mastico affatto) la tecnica aveva una sua precisa ragione d'essere.
Per spiegarmi meglio ricorro all'immagine sottostante (perdonami la poca nitidezza, ma è stata creata in modo estemporaneo con una tabella di Word!).
Il primo elenco, in 12 "gradini", rappresenta per una pellicola B&W una riproduzione tonale molto estesa, quindi con molti grigi intermedi tra il nero ed il bianco; il secondo elenco rappresenta invece una pellicola B&W con una riproduzione più ristretta ed i passaggi tra un gradino di grigio ed il successivo sono più bruschi.Se al momento dello scatto io calcolo l'esposizione misurandola sulle ombre (gradino IV o V del primo elenco oppure gradino III o IV del secondo) sviluppando con tempo e temperatura "canonici" in CO avrò un negativo con i dettagli in ombra della scena ben esposti, ma tutti i particolari nelle luci (gradini X, XI e XII del primo elenco oppure gradini V e VI del secondo) letteralmente bruciati, perché nettamente sovraesposti.A questo si rimedia sottosviluppando la pellicola ed evitando quindi che i dettagli in alte luci si perdano.Ecco, quindi, cosa significa in pellicola "esporre per le ombre e sviluppare per le luci": sovraesporre nel complesso la scena (quel tanto che l'esperienza e la conoscenza della pellicola ci suggeriscono per raggiungere il risultato voluto) e sottosviluppare in CO (sempre quel tanto che l'esperienza e la conoscenza del rivelatore ci suggeriscono, sempre per aggiungere il risultato voluto).In definitiva, con questa tecnica i dettagli in ombra sono leggibili e quelli nelle alte luci .... pure!Buona Nikon a te!Vincenzo
P.S.: il sottosviluppo, peraltro, "ammorbidiva" i contrasti e quindi induceva una gamma tonale più estesa. Chi padroneggiava questa tecnica raggiungeva nel B&W risultati veramente ragguardevoli!
Questa cosa qui è relativa alla tecnica zonale di Ansel Adams, che è stata una tecnica sviluppata da lui e un altro fotografo di cui non mi ricordo mai il nome
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In realtà io l'ho studiata dividendo il range tonale in 10 zone...
Prima di risponderti ti consiglio di capire questa tecnica e poi riporla parzialmente nel cassetto poichè con i rullini classici non ha molto senso secondo me...però ti aiuta a prendere consapevolezza a quello che fai in lightroom quando processi un raw.
Quando in lightroom vai ad abbassare le luci per tirar fuori i dettagli nelle zone luminose e alzare le ombre per estrarre i dettagli, e fissare il punto di bianco e di nero fondamentalmente stai applicando senza saperlo questa tecnica
Ansel Adams scattava con le fotocamere a grande formato in cui i negativi non erano "rullini" bensì fogli singoli. In questo modo lui poteva differenziare lo sviluppo scatto per scatto (come si fa in digitale). Con il rullino ovviamente non ha molto senso poichè tu fai 36 scatti in situazioni di luce diversa...di conseguenza se applichi il sistema zonale per far venir bene lo sviluppo di un frame...poi ti perdi gli altri 35.
Provo a riassumere una situazione tipo che può capitare:
come ti ho scritto prima supponi di trovarti in una scena di forte contrasto (un paesaggio). Con il tuo esposimetro fai le misurazioni e decidi che alcune rocce stanno in zona V le zone in ombra (i cespugli ad esempio) stanno in zona 3 secondo una coppia diaframma/tempo. Ora hai esposto per le ombre...però misuri l'esposizione del cielo ma ti accorgi che con quella coppia d/t, questo si trova in zona 9 (ovvero bianchi senza dettaglio)...però tu vuoi mantenere i dettagli del cielo e metterli in zona 7. Non puoi ridurre di 2 stop l'esposizione totale altrimenti avresti il cielo esposto bene ma le zone in ombra completamente nere in zona 1. Come fare?
Scatti con la coppia d/t desiderata e poi in fase di sviluppo ricordi di "ridurre di 2" lo sviluppo, in modo da far sviluppare le luci per meno tempo ed evitare di farle bruciare. (questo si ricollega al mio post di prima).
Ora questa "riduzione di -2" in minuti...come si trasforma?
Beh dipende dal tuo developer, dalla diluizione che usi e dalla pellicola...quindi bisogna provare provare e provare...
Se c'è una cosa che ho imparato e che adoro...è che con la fotografia analogica tutto rallenta...e hai il tempo per riflettere e assimilare ogni tecnica.
Praticamente io farei così (sprechi un rullino...ma almeno puoi renderti conto): prendi un rullino da 24 e fai 24 foto tutte uguali alla stessa identica scena. In camera oscura quando vai a caricare il rullino nella tank lo tagli in tre e sviluppi i tre pezzi di pellicola separatamente:
il primo a 10 minuti,
il secondo a 8.5 e
il terzo a 7-7.5 minuti
poi scansioni (o stampi) e vedi secondo te quale dei tre ha portato le luci nella zona che volevi tu. (ad esempio sviluppo a 8.5 minuti)
Fatto questo prendi nota così la prossima volta che ti trovi sai che per ridurre uno stop circa (con quel developer e quelle diluizioni) devi ridurre i tempi di sviluppo del 15%.
Il bello di internet è che sicuramente esiste già qualcuno con lo stesso tuo problema e che ha gia fatto le prove...quindi, tornando alla ricetta della crostata, puoi partire da quella che trovi su giallozafferano...poi se non ti piace allora cambi marmellata, ci metti la nutella o la cuoci 1 minuto in più perchè il tuo forno è meno forte.
Spero di essere stato chiaro...non è un argomento immediato e io stesso c'ho messo tempo a capirlo. E ovviamente capirlo è un conto...applicarlo un altro