Hypereyed
GURU
Io sono un Ingegnere Meccanico di un po' di anni fa (laureato nel 1995) e lavoro in questa splendida azienda.
Purtroppo sono uno di quelli che guardando la propria vita la vedono come la descrive iPol85: "si fanno un mazzo tanto, solo casa-lavoro e lavoro-casa". Perché? Perché lo faccio? me lo sono chiesto molte volte, soprattutto nei momenti di maggior tensione. In fondo non mi interessano gli ori e gli allori... mi intersserebbe di più fotografare, andare in montagna ed in bicicletta.
La risposta è che nella azienda dove lavoro chi ha volglia di fare, di mettersi in gioco e di prendersi delle responsabilità viene riscucchiato in un vortice di sfide e di nuove responsabilità. O si decide di rimanere ai margini e tenere il freno tirato, scansando le possibilità, oppure se hai voglia di fare vieni preso dentro nel meccanismo. Il risultato è l'orgoglio di aver realizzato lo Stadio di Atene in tempi ridicoli, di aver costruito lo stadio di Varsavia realizzando i pezzi con precisioni assurde, altrimenti durante il montaggio tutta la struttura rischiava di collassare.
Non lo faccio per ingordigia di denaro, per fama o per successo... lo faccio, insieme a moltissimi miei colleghi, per la passione per il lavoro e per l'orgoglio di essere parte di una azienda che va avanti anche in questi momenti di crisi ma che per farlo si sta accollando rischi sempre maggiori.
Pienamente d'accordo sul versante pragmatico ma infuriata su quello che intimamente può riguardare la scelta di acculturarsi.Eh lo so, lo immagino!
più che altro è così che mi sono vista a suo tempo, avendo capito un pò tardi di aver sbagliato un pò tutto... se avessi scelto qualcosa di un pò più "pratico" magari... ma una laurea in campo umanistico di questi tempi serve a ben poco, quindi mi sono detta ma sì, mi butto il prima possibile nel mondo del lavoro, visto che tanto dovrei farlo tra qualche anno avendo solo... qualche anno di vechiaia sul groppone in più! Ma non è stato decisamente facile... anche ora, che sono comunque precaria, non lo è.
...ma i genitori sono genitori, e il mancato pezzo di carta sarà un rinfaccio per l'eternità! (e solo per la soddisfazione, non per questioni economiche, perchè ho sempre lavorato contemporaneamente e avuto la borsa di studio dal primo anno... ecco, di aver bruciato soldi utili ad altri studenti, di quello mi pento e mi dolgo seriamente!)
eeeeh grazie ahah non mi preoccupo, c'è di peggio!
non amo particolarmente l'ambiente "legale" (non ho problemi con la legge eh ) ma... linkaci la band!
A seconda delle personali inclinazioni, il PRIVILEGIO di studiare resta il miglior viatico per la conoscenza di sé e dell'altro da sé.
Ciò che mi lascia inorridita è l'attuale vizio di dover confondere istruzione e cultura, menandole nel calderone finalistico che punta al lavoro e che, altrimenti, non avrebbe ragion d'essere.
Bee, non sentirti interessata da questa mia esternazione: sei simpatica e non ho motivo di volertene
Prendi tutto come lo sfogo di una povera pazza che per gli studi umanistici ha lottato, e alla quale farebbe piacere leggere negli occhi della gente il giusto riconoscimento del sapere.
Che non serve a costruire carriere né a far quattrini, ma arricchisce molto di più.