I concetti fondamentali

In questo episodio del corso di fotografia online e gratuito di Playerdue Lighting diamo uno sguardo di insieme agli aspetti basilari della fotografi che dobbiamo saper padroneggiare per avere pieno controllo sulle nostre fotografie.

Questa lezione può servire come introduzione al corso di fotografia ma anche come ripasso, per ripercorrere i concetti fondamentali e capire se abbiamo bisogno di approfondire alcuni punti.

La composizione

Anche se scattiamo le nostre fotografie in modalità automatica, c’è un aspetto che la macchina fotografica non può controllare per noi: la composizione.

La composizione è ciò che vediamo nella nostra fotografia. E’ l’insieme delle decisioni che prendiamo su cosa entra nei margini dell’immagine e cosa ne resta fuori, su qual è il punto di vista, l’equilibrio tra i vari elementi e il tipo di prospettiva.

Una buona composizione può aiutare anche scene che possono sembrare comuni o noiose. Scegliendo la composizione giusta non abbiamo bisogno di attrezzature costose o conoscenze tecniche avanzate per migliorare uno scatto.

Partiamo quindi con una fotografia di esempio scattata al volo, senza pensare alla composizione e inquadrando un’ampia porzione della scena dalla nostra altezza.

Composizione disordinata e da un punto di vista poco interessante.

Il risultato non è molto interessante e tradisce velocemente dove ci troviamo. Il punto di vista non ci è nuovo, e capiamo subito che stiamo guardando in basso verso un tavolo con una statuina e dei tronchi.

Punto di vista più interessante nella composizione, ma con troppi elementi che distraggono.

Scattando dall’altezza del personaggio, iniziamo a calarci nel suo mondo, l’attenzione si concentra sul soggetto della fotografia, ma i dettagli nei bordi della fotografia sono una distrazione che rovina l’effetto dell’immagine.

A questo punto per eliminare i dettagli che non ci interessano (le attrezzature usate nello studio) possiamo avvicinare la macchina fotografica al soggetto, mantenendo un’inquadratura ampia, che distorce un po’ l’immagine.

Tentantivo di escludere le distrazioni nella fotografia avvicinandosi al soggetto.

Nella composizione le scelte sono infinite e dipende dal fotografo scegliere per ogni occasione e in base al proprio stile come descrivere le storie nei propri scatti. Nella foto sopra l’effetto complessivo è interessante, la distorsione dell’immagine replica le copertine delle riviste sportive. Aggiustando un po’ lo sfondo per non avere zone vuote potrebbe essere la nostra fotografia finale.

In questo caso ho deciso però di utilizzare una lunghezza focale maggiore (quello che viene spesso chiamato zoom) per dimostrare l’effetto della lunghezza focale sulla prospettiva dell’immagine e sullo sfocato dello sfondo.

Composizione da un punto di vista interessante, con una lunghezza focale maggiore per isolare il soggetto e togliere i dettagli che distraggono.

La lunghezza focale infatti oltre a influenzare quanto ampia o quanto zoomata è la fotografia che facciamo, influenza la prospettiva delle nostre immagini ed è una delle variabili con cui possiamo sfocare o meno lo sfondo o la parte in primo piano di uno scatto.

La messa a fuoco

Con la messa a fuoco scegliamo quali sono le parti nitide nella nostra fotografia. Le macchine fotografiche possono controllare questo aspetto e decidere per noi cosa mettere a fuoco, ma è importante imparare a gestire la messa a fuoco da soli, perché insieme alla composizione è un potente strumento per guidare lo sguardo del pubblico verso i dettagli che ci interessano.

Messa a fuoco sullo sfondo.

Nella fotografia sotto sfocando lo sfondo facciamo risaltare maggiormente il soggetto principale. Al primo sguardo l’attenzione cade subito sull’action figure.

Messa a fuoco sul soggetto della fotografia.

La messa a fuoco può essere manuale, girando la ghiera sull’obiettivo o automatica lasciando fare gran parte del lavoro alla macchina fotografica. Esistono molte opzioni per la messa a fuoco automatica e sistemi differenti per sceglierne il comportamento, argomenti che tratteremo nel dettaglio durante il corso di fotografia.

L’esposizione

Una volta abbandonata la modalità automatica dobbiamo imparare a gestire l’esposizione, ovvero quanto è chiara o quanto è scura la fotografia. L’esposizione viene regolata da quattro variabili: la luce ambientale, l’apertura del diaframma, il tempo di scatto e la sensibilità del sensore.

La luce ambientale può essere la luce del sole, la luce di una stanza o una luce continua da studio fotografico. E’ un fattore esterno alla nostra macchina fotografica ma non dobbiamo dimenticare che possiamo cambiarla accendendo per esempio più luci dentro una stanza, aprendo le tende o spostandoci all’ombra rispetto al sole.

L’apertura del diaframma controlla quanto è largo il diametro del foto all’interno dell’obiettivo, valori piccoli di apertura del diaframma (per esempio f/2.0) indicano un diaframma aperto che fa passare più luce, rendendo la fotografia più chiara, valori più grandi di f (per esempio f/22) indicano un diaframma chiuso che lascia passare meno luce, rendendo la fotografia più scura.

Esposizione utilizzando il valore minimo di apertura del diaframma con l'obiettivo corrente.

Nella fotografia sopra il valore di apertura del diaframma è f/5.6 e la fotografia appare correttamente esposta. Senza cambiare gli altri valori e passando a f/16, la fotografia è sottoesposta, quindi più scura.

Foto sottoesposta chiudendo l'apertura del diaframma.

Il valore successivo che influenza l’esposizione è il tempo di scatto, regolato dall’otturatore all’interno della macchina fotografica. L’otturatore consiste in due tendine che si alzano per far passare la luce per un determinato lasso di tempo, che noi impostiamo.

Tempi di scatto lunghi fanno passare più luce, portando a fotografie più luminose, tempi di scatto brevi fanno passare meno luce portando a fotografie più scure.

Foto sovraesposta allungando il tempo di scatto.

Nella fotografia sopra con il tempo di scatto di un secondo abbiamo un’immagine sovraesposta, mentre la fotografia sotto con un tempo di scatto di 1/500 di secondo viene quasi nera.

Foto sottoesposta con un tempo di scatto molto breve.

L’ultimo parametro che influenza l’esposizione è la sensibilità del sensore o della pellicola. Nel caso dei sensori digitali il valore si chiama ISO, mentre nel caso delle pellicole si chiama ASA.

Foto sottoesposta con un valore di ISO basso.

La sensibilità del sensore parte per la maggior parte delle macchine fotografiche da ISO 100 e prosegue nella successione 200, 400, 800, 1600, 3200 e così via raddoppiando il valore ogni volta. Ogni spostamento di valore infatti identifica un raddoppio o un dimezzamento della quantità di luce nella fotografia (e questa correlazione vale anche per gli altri valori, ma scopriremo in che modo più avanti).

La fotografia sopra è scattata a ISO 100, mentre quella sotto a 1600.

Foto esposta utilizzando ISO 1600.

Grazie agli esposimetri è possibile trovare l’esposizione tecnicamente corretta per le nostre fotografie. La macchina fotografica ci comunica i risultati delle sue misurazioni con il piccolo rettangolino che si sposta tra valori come -2, -1, 0, +1, +2. In questo modo possiamo valutare se la nostra fotografia necessita di aggiustamenti nell’esposizione. Scopriremo nelle prossime lezioni che questa misurazione dell’esposimetro interno dev’essere interpretata, dato che non fornisce valori assoluti (a differenza di un esposimetro esterno).

Foto esposta utilizzando ISO 3200.

Una volta che abbiamo imparato a gestire tecnicamente l’esposizione, possiamo comunque decidere di sottoesporre o sovraesporre creativamente le nostre fotografie, per meglio comunicare l’idea dietro lo scatto. In questo caso la fotografia sopra è a 3200, due volte più luminosa quindi della fotografia precedente.

Altri effetti dei tre valori di esposizione

Oltre a influenzare l’esposizione, i tre valori di esposizione hanno effetti anche su altri aspetti delle fotografie. A livello creativo è importante conoscere quali sono le possibilità che ci offrono, bilanciando allo stesso tempo l’esposizione dell’immagine.

Il tempo di scatto regola la percezione del tempo. Tempi di scatto lunghi mostrano i movimenti dei soggetti fotografati, mentre tempi brevi immobilizzano l’azione nel tempo.

Il mosso della mano utilizzando un tempo di scatto lungo.

Un tempo di scatto di 1/4 di secondo se muoviamo la mano mentre scattiamo la fotografia porta ad avere una fotografia molto mossa, ma utilizzando un tempo di scatto più breve, anche se la macchina fotografica si muove, l’immagine viene senza mosso, come nell’immagine qui sotto.

Con un tempo di scatto breve, anche se muovo la mano, l'immagine viene senza mossa.

L’apertura del diaframma è una delle variabili che influenza anche la profondità di campo, ovvero l’area nitida davanti e dietro il punto di messa a fuoco. Un diaframma molto aperto (quindi valori di f bassi come f/2.0) portano a foto con una profondità di campo stretta, mentre valori chiusi (come f/22) portano a una profondità di campo più larga.

Una profondità di campo stretta fa sì per esempio che lo sfondo in un ritratto appaia sfocato, effetto ricercato per far risaltare maggiormente la persona fotografata. In un paesaggio invece solitamente si cerca di avere tutto a fuoco e per questo si utilizzano diagrammi chiusi (come f/11).

Lo sfondo risulta sfocato perché la profondità di campo è stretta, essendo il diaframma aperto.

A f/5.6 lo sfondo dietro al personaggio appare sfocato, mentre utilizzando f/22 (nella fotografia sotto), vediamo che i tronchi sullo sfondo sono quasi completamente a fuoco.

Con un diaframma molto chiuso, anche lo sfondo inizia a essere a fuoco.

La sensibilità ISO infine  non influenza caratteristiche reali della fotografia ma può rovinare le nostre immagini se non facciamo attenzione. Valori alti di ISO infatti aggiungono rumore digitale che danneggia la qualità dell’immagine e la quantità di dettaglio.

ISO troppo alti possono rovinare l'immagine.

Ogni macchina fotografica gestisce differentemente il rumore digitale. Macchine fotografiche più costose possono sopportare ISO molto alti, mentre non è consigliabile utilizzare le macchine fotografiche amatoriali a più di ISO 400 o ISO 800.

Il bilanciamento del bianco

L’ultimo aspetto fondamentale che dobbiamo imparare a gestire nelle nostre fotografie è il colore. Per avere fotografie con colori che rispecchino la realtà dobbiamo impostare il bilanciamento del bianco, ovvero dobbiamo dire alla macchina fotografica di che colore è la luce che sta illuminando la scena che abbiamo davanti.

Quando la macchina fotografica conosce la temperatura colore della luce nella nostra fotografia, applica dei bilanciamenti per far sì che ciò che è bianco nella realtà appaia bianco anche nell’immagine digitale.

BIlanciamento del bianco sbagliato, la luce è a incandescenza ma sulla macchina fotografica è stata impostata la luce diurna.

Nella fotografia sopra ho impostato come bilanciamento del bianco “luce diurna”, la macchina fotografica si aspetta che la scena sia illuminata dalla luce del sole (che ha una componente blu) ma in realtà la scena è illuminata da una lampadina con una temperatura colore più bassa (quindi con una tinta più calda). L’effetto di tale errore è una fotografia dove tutto appare sull’arancione.

Bilanciamento del bianco per luci a incandescenza.

Impostando il bilanciamento del bianco su “incandescenza”, il risultato migliora sensibilmente anche se la scena appare ancora un po’ troppo verde. Questo perché i valori preimpostati nella macchina fotografica sono solo di riferimento, ogni marca di lampadina e ogni situazione ha temperature colore leggermente differenti.

Fotografia a un foglio bianco per fare un bilanciamento personalizzato.

Quello che possiamo fare per ottenere in fase di scatto un bilanciamento del bianco tecnicamente corretto è utilizzare un bilanciamento del bianco personalizzato. Fotografando un foglio bianco diamo alla macchina fotografica un’immagine di riferimento per bilanciare il colore.

Bilanciamento del bianco personalizzato.

Con il bilanciamento del bianco personalizzato (foto sopra) il colore è esattamente come lo vediamo nella realtà. Ma anche in questo caso siamo liberi di fare modifiche creative al bilanciamento del bianco in post-produzione .

Bilanciamento del bianco aggiustato in postproduzione.

Conclusione e immagine finale

Per l’immagine finale ho scelto la fotografia nella quale la bici è leggermente tagliata per dare una maggiore idea di dinamicità, ma allo stesso tempo le gambe della protagonista si vedono completamente. In post-produzione ho aumentato contrasto e saturazione e ho abbassato alcune zone di alte luci sulle gambe. Infine ho rimosso il filo di nylon che la reggeva dritta.

L'immagine finale, post-prodotta per rimuovere alcuni dettagli e rifinire i colori.

In questa lezione ho deciso di coprire tutti gli aspetti fondamentali per avere pieno controllo sulle nostre fotografie. So che possono sembrare molti concetti da assimilare in una volta sola e infatti non c’è fretta di imparare tutto subito. L’idea di questa spiegazione è fare una panoramica completa sulla quale via via possiamo tornare per fare un punto della situazione.

La buona notizia è che questi sono tutti i valori più importanti che gestiscono le fotografie che scattiamo, una volta che impariamo a utilizzarli non esisteranno più situazioni che possono prenderci alla sprovvista!

Attrezzatura utilizzata

Fotografia:

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