PDBzone
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Fonte: https://www.facebook.com/pages/Fotografia-Il-nuovo-Cassetto/548631371872117
Foto: Nan Goldin - Venezia, Ottobre 2013
"[...] Premesso che la fotografia a colori è 100 volte più difficile da eseguire e 1.000 volte più complessa da capire rispetto alla fotografia in bianco e nero, Nan Goldin - con Joel Meyerowitz, William Eggleston, Joel Sternfeld, Saul Leiter, Stephen Shore e tanti altri - appartiene a una corrente fotografica che - a partire dalla profonda rivoluzione operata nel bianco e nero da Robert Frank, Lee Freidlander, Garry Winogrand, solo per citare i nomi più importanti - ha sviluppato un lessico visivo “nuovo”, libero da pregiudizi, alternativo alla fotografia composta, formale e dalla consolidata estetica come quella di Life o della Magnum.
Ciascuno di loro con una propria grammatica ma accomunati, con la parola "nuovo", in un termine che indichi una contrapposizione rispetto alla "classica" fotografia in bianco e nero.
E’ in quest’ottica che va vista e valutata una fotografia come questa.
Qui, con questi autori, non parliamo più di una fotografia che racconta i grandi avvenimenti del mondo o che mostra cose degne di essere mostrate a chi non ha potuto essere presente. Questi fotografi non sono più "gli occhi del mondo". Questa è una fotografia che aspira ad essere una forma d'arte indipendentemente dal soggetto mostrato, è una fotografia che rinnega il cosiddetto "momento decisivo", che annulla la distanza tra il fotografo e lo spettatore, che fa del banale, del quotidiano, del vissuto comune il proprio campo d'azione.
Come dicevamo rispondendo ad un gentile amico, guardare le opere di questi fotografi avendo in mente la fotografia degli Ansel Adams, o dei Cartier-Bresson, o dei Doisneau sarebbe come guardare le grandi tele, le grandi opere pittoriche dei Willem de Kooning, o dei Mark Rothko... o ancora di più dei Robert Rauschenberg avendo negli occhi la pittura dell’Ottocento.
Splendidi, meravigliosi i Renoir o i Monet o i Cézanne... ma sono pittori dell’Ottocento.
Nel frattempo la pittura è andata avanti, si sono rincorse decine di avanguardie, e dipingere oggi come si dipingeva due secoli fa non avrebbe alcun senso.
Anche la fotografia, se non avanza retrocede e muore. Sono cambiati i veicoli di fruizione della fotografia, non esiste più il monopolio dell’immagine costruito intorno alla stampa periodica patinata, oggi siamo sommersi da milioni di immagini via internet o attraverso la televisione.
In quest’immagine della Goldin non bisogna focalizzare l’attenzione sullo sfocato, sul mosso, sull’orizzonte storto... perché nel lessico della Goldin o degli Eggleston o degli Shore tutto questo non ha più alcun valore.
La foto va valutata all’interno dell’orizzonte grammaticale che ciascun fotografo si è scelto.
Può piacere o non piacere, ma questa è una splendida fotografia d’avanguardia.
Può essere che quest’avanguardia deperisca o muoia, e questo lo scopriremo fra qualche anno... ma non va mai giudicato il gusto di una mela pensando di assaggiare un’arancia.
Questa foto appartiene a un certo albero, che dà certi frutti. E l’unica possibilità è quella di giudicare i frutti di questo albero.
Non pensiamo alla pittura del Tiepolo se stiamo valutando Basquiat.
Noi non pretendiamo di sostenere che quest'avanguardia fotografica costituisca la miglior fotografia possibile; noi semplicemente pensiamo che sia giusto conoscerla, approfondirla ed eventualmente, poi, rifiutarla. Ma solo dopo averla capita, ed è in quest'ottica che abbiamo voluto proporre questa fotografia. A nostro giudizio splendida, lo ripetiamo [...]".
Fermo restando che a me foto così vengono fuori quando pigio per sbaglio il bottone di scatto... A voi le considerazioni. :spinello:
Foto: Nan Goldin - Venezia, Ottobre 2013
"[...] Premesso che la fotografia a colori è 100 volte più difficile da eseguire e 1.000 volte più complessa da capire rispetto alla fotografia in bianco e nero, Nan Goldin - con Joel Meyerowitz, William Eggleston, Joel Sternfeld, Saul Leiter, Stephen Shore e tanti altri - appartiene a una corrente fotografica che - a partire dalla profonda rivoluzione operata nel bianco e nero da Robert Frank, Lee Freidlander, Garry Winogrand, solo per citare i nomi più importanti - ha sviluppato un lessico visivo “nuovo”, libero da pregiudizi, alternativo alla fotografia composta, formale e dalla consolidata estetica come quella di Life o della Magnum.
Ciascuno di loro con una propria grammatica ma accomunati, con la parola "nuovo", in un termine che indichi una contrapposizione rispetto alla "classica" fotografia in bianco e nero.
E’ in quest’ottica che va vista e valutata una fotografia come questa.
Qui, con questi autori, non parliamo più di una fotografia che racconta i grandi avvenimenti del mondo o che mostra cose degne di essere mostrate a chi non ha potuto essere presente. Questi fotografi non sono più "gli occhi del mondo". Questa è una fotografia che aspira ad essere una forma d'arte indipendentemente dal soggetto mostrato, è una fotografia che rinnega il cosiddetto "momento decisivo", che annulla la distanza tra il fotografo e lo spettatore, che fa del banale, del quotidiano, del vissuto comune il proprio campo d'azione.
Come dicevamo rispondendo ad un gentile amico, guardare le opere di questi fotografi avendo in mente la fotografia degli Ansel Adams, o dei Cartier-Bresson, o dei Doisneau sarebbe come guardare le grandi tele, le grandi opere pittoriche dei Willem de Kooning, o dei Mark Rothko... o ancora di più dei Robert Rauschenberg avendo negli occhi la pittura dell’Ottocento.
Splendidi, meravigliosi i Renoir o i Monet o i Cézanne... ma sono pittori dell’Ottocento.
Nel frattempo la pittura è andata avanti, si sono rincorse decine di avanguardie, e dipingere oggi come si dipingeva due secoli fa non avrebbe alcun senso.
Anche la fotografia, se non avanza retrocede e muore. Sono cambiati i veicoli di fruizione della fotografia, non esiste più il monopolio dell’immagine costruito intorno alla stampa periodica patinata, oggi siamo sommersi da milioni di immagini via internet o attraverso la televisione.
In quest’immagine della Goldin non bisogna focalizzare l’attenzione sullo sfocato, sul mosso, sull’orizzonte storto... perché nel lessico della Goldin o degli Eggleston o degli Shore tutto questo non ha più alcun valore.
La foto va valutata all’interno dell’orizzonte grammaticale che ciascun fotografo si è scelto.
Può piacere o non piacere, ma questa è una splendida fotografia d’avanguardia.
Può essere che quest’avanguardia deperisca o muoia, e questo lo scopriremo fra qualche anno... ma non va mai giudicato il gusto di una mela pensando di assaggiare un’arancia.
Questa foto appartiene a un certo albero, che dà certi frutti. E l’unica possibilità è quella di giudicare i frutti di questo albero.
Non pensiamo alla pittura del Tiepolo se stiamo valutando Basquiat.
Noi non pretendiamo di sostenere che quest'avanguardia fotografica costituisca la miglior fotografia possibile; noi semplicemente pensiamo che sia giusto conoscerla, approfondirla ed eventualmente, poi, rifiutarla. Ma solo dopo averla capita, ed è in quest'ottica che abbiamo voluto proporre questa fotografia. A nostro giudizio splendida, lo ripetiamo [...]".
Fermo restando che a me foto così vengono fuori quando pigio per sbaglio il bottone di scatto... A voi le considerazioni. :spinello: