Explore, quel maledetto!

S8un3no

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Poi, per l'amor del Cielo... ognuno è liberissimo di preferire il lato estetico e quindi opere figurative... non sto dicendo questo!

Però quello che dite voi taglia fuori praticamente tutti gli ultimi 50/60 anni di arte solo perchè in molte delle opere non ci sono figure ma solo concetti :D
 
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Bisogna essere obiettivi, non psicologi nelle valutazioni, se una nissan GTR fa il c**o a tante supersportive, pur non costando mezzo milione di euro, biosogna dargliene atto, e non uscirsene con il solito discorso che la ferrari ha un cuore e la nissan no!
:applauso::adora:
 
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Layka

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riporto l'introduzione al Cubismo del mio vecchio libro del liceo.
" La rivoluzione scientifica annunciata dalle scoperte di Albert Einstein, che nel 1905 propose la prima versione della teoria della relatività, si presentava di portata maggiore di quella del seicento e da certi punti di vista devastante: l'uomo del rinascimento aveva, paradossalmente, un'idea più chiara e ordinata del cosmo in cui viveva rispetto all'uomo del XX secolo, il cui habitat andava configurandosi come un insieme di frammenti, in cui neppure spazio e tempo erano parametri assoluti.
come avrebbe potuto l'arte visiva non tenere conto di mutamenti tanto grandi, che non mancarono di riflettersi sulla mentalità?
Come ha scritto lo storico Pierre Francastel, a questo punto "tutti i ponti col rinascimento sono stati tagliati perchè i valori che interessano gli artisti - ritmo, velocità, deformazione, plasticità, mutamenti, transferts - coincidono ormai con le forme attuali dell'attività fisica e intellettuale e contrastano nettamente con le aspirazioni della società del rinascimento: stabilità, obiettività, permanenza".
L'arte visiva è stata partecipe di questa grande rivoluzione cognitiva dai suoi esordi, alla metà dell'ottocento, ma è con il cubismo che la cesura con il passato si presenta irreversibile e netta. "

come si fa ad intendere l'arte come un qualcosa di assoluto e sempre costante? se l'uomo cambia, la società cambia, la mentalità cambia; come si può pensare che l'arte, espressione dell'uomo, resti invariata nei suoi canoni e nel suo concetto di bellezza?
secondo voi il bello è assoluto? oggettivo?
 

S8un3no

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riporto l'introduzione al Cubismo del mio vecchio libro del liceo.
" La rivoluzione scientifica annunciata dalle scoperte di Albert Einstein, che nel 1905 propose la prima versione della teoria della relatività, si presentava di portata maggiore di quella del seicento e da certi punti di vista devastante: l'uomo del rinascimento aveva, paradossalmente, un'idea più chiara e ordinata del cosmo in cui viveva rispetto all'uomo del XX secolo, il cui habitat andava configurandosi come un insieme di frammenti, in cui neppure spazio e tempo erano parametri assoluti.
come avrebbe potuto l'arte visiva non tenere conto di mutamenti tanto grandi, che non mancarono di riflettersi sulla mentalità?
Come ha scritto lo storico Pierre Francastel, a questo punto "tutti i ponti col rinascimento sono stati tagliati perchè i valori che interessano gli artisti - ritmo, velocità, deformazione, plasticità, mutamenti, transferts - coincidono ormai con le forme attuali dell'attività fisica e intellettuale e contrastano nettamente con le aspirazioni della società del rinascimento: stabilità, obiettività, permanenza".
L'arte visiva è stata partecipe di questa grande rivoluzione cognitiva dai suoi esordi, alla metà dell'ottocento, ma è con il cubismo che la cesura con il passato si presenta irreversibile e netta. "

come si fa ad intendere l'arte come un qualcosa di assoluto e sempre costante? se l'uomo cambia, la società cambia, la mentalità cambia; come si può pensare che l'arte, espressione dell'uomo, resti invariata nei suoi canoni e nel suo concetto di bellezza?
secondo voi il bello è assoluto? oggettivo?
Grazie della citazione e della condivisione....
Sono d'accordissimo con te... l'arte è l'espressione dell'uomo e cambia con lui, continuamente.
Non si può non tener conto di tutte queste cose, osservando e (soprattutto) GIUDICANDO un'opera d'arte!
Di qualunque tipo essa sia.
Il legame indissolubile che lega quell'opera al suo autore ed il suo autore al tempo in cui vive, è uno degli aspetti principali che non possono essere sottovalutati! ;)
 
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Layka

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Grazie della citazione e della condivisione....
Sono d'accordissimo con te... l'arte è l'espressione dell'uomo e cambia con lui, continuamente.
Non si può non tener conto di tutte queste cose, osservando e (soprattutto) GIUDICANDO un'opera d'arte!
Di qualunque tipo essa sia.
Il legame indissolubile che lega quell'opera al suo autore ed il suo autore al tempo in cui vive, è uno degli aspetti principali che non possono essere sottovalutati! ;)
esattamente! quella di Picasso è stata una ricerca in accordo con lo sconforto che la demolizione (teoria della relatività) di ideali millenari a generato nel suo tempo.
se avesse dipinto come a 14 anni per tutta la vita sarebbe stato un semplice manierista come lo sono oggi quelli che emulano uno stile o un artista senza metterci del proprio. è come se oggi io riproducessi dei dipinti rupestri emulando un espressione che non mi appartiene e non appartiene al mio tempo con il risultato di decontestualizzarla.
in fine, tornando al commento dei 100 profani e dei 100 critici chiamati a dare un opinione su un Caravaggio o su un Picasso, forse i 100 profani voterebbero Caravaggio ma di certo i 100 critici non risponderebbero, non si può confrontare un Caravaggio e un Picasso, sulla base di cosa possiamo dare un giudizio?
 

Zero

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Guardando la tela con gli sbreghi e leggendo poi lo scambio di opinioni Giorgio-Stefano m'è subito venuta in mente questa scena: Giorgio è Giacomo, Stefano è Giovanni (o Aldo, se preferite!):D
 
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Guardando la tela con gli sbreghi e leggendo poi lo scambio di opinioni Giorgio-Stefano m'è subito venuta in mente questa scena: Giorgio è Giacomo, Stefano è Giovanni (o Aldo, se preferite!):D
ecco appunto :rotfl:

"il mio falegname con 20 mila lire la faceva meglio!" :rotfl:
 

Hypereyed

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Devio per la via breve rinnovando quanto scritto, poiché credo di aver già enunciato chiaramente come la penso.

Vi pongo però adesso un quesito.

Dovete costruire una casa. Da zero. Vi rivolgete ad un architetto, per ovvie ragioni.
Sognereste mai di affidare il progetto della vostra dimora a qualcuno che ha semplicemente visto palazzi interessanti in giro e sfogliato in libreria un volume sul Bauhaus? No.

Perché? Chiaramente, in vista dell'affidabilità e del valore finale dell'opera. Occorre un esperto, qualcuno che a quel tipo di attività abbia dedicato sudore, capacità e competenza.

Nel mondo tecnico si pretendono rigore e preparazione. Giusto. Sacrosanto.
E l'arte? Cos'è, la serva sciocca? Per quale motivo su di lei regna la leggenda irritante dell'atteggiamento pacioso "aho, so capaci tutti, mica ce vo 'na laurea"?

Mi spiace ragazzi, prendendo questa china cadiamo in un errore molto volgare.

Per costruire, per fare o capire l'arte, per cucinare, per qualunque diamine di azione umana tesa ad un compito specifico è indispensabile formarsi.
Fontana e Manzoni erano dei rivoluzionari, dei provocatori.

In giro per musei, dove a volte ho aiutato le guide nella composizione dei testi esplicativi, capita d'incontrare qualcuno che incalza dicendo "vabbè, lo sapevo fare pure io".

Certo. Eravate capaci tutti d'immaginare i telefoni cellulari nel 1789, vero?
Questo fanno gli artisti.
Loro hanno il più grande potere a servizio della misera natura umana, la mente visionaria.
Fontana e Manzoni si sono proiettati nel futuro del talento. Cozzando contro i dogmi, calpestandoli e rinunciando alle strade lastricate del "già visto" per gettarsi in un burrone chiamato sperimentazione.
Nell'arte il tempo non esiste: essa stessa ne è l'unica faccia espressiva volgendosi indietro, agendo nell'oggi e anticipando il domani.

Vi lascio con parole calzanti, partorite da qualcuno citato qui. 30 grammi di pensiero ;)

Il verificarsi di nuove condizioni, il proporsi di nuovi problemi, comportano, con la necessità di nuove soluzioni, nuovi metodi, nuove misure; non ci si stacca dalla terra correndo o saltando; occorrono le ali; le modificazioni non bastano; la trasformazione deve essere integrale. Per questo io non riesco a capire i pittori che (...) si pongono a tutt'oggi davanti al quadro come se questo fosse una superficie da riempire di colori e di forme (...). Tracciano un segno, indietreggiano, guardano il loro operato inclinando il capo e socchiudendo un occhio, poi balzano di nuovo in avanti, aggiungono un altro segno, un altro colore della tavolozza, e continuano in questa ginnastica (...). Il quadro è finito; una superficie d'illimitate possibilità è ora ridotta a una specie di recipiente (...). Perché invece non vuotano questo recipiente? Perché non liberare questa superficie? Perché non cercare di scoprire il significato illimitato di uno spazio totale, di una luce pura ed assoluta?
 

Hypereyed

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capisco il tuo ragionamento.. ma personalmente l'arte per me è una cosa PER TUTTI.... nel senso l'arte secondo me DEVE essere capita da tutti, altrimenti non è arte, ma è arte solo per una piccola nicchia di persone che ha studiato tutte quelle robe :)
Va bene Stefano, capisco anch'io il tuo pensiero e sono pure d'accordo.
Ma come può giungere diretto il messaggio dell'arte CONCETTUALE, senza un lavoro d'interpretazione e studio alle spalle?
Si tratta di complessità. Non è un panino, non è una coperta, non risponde ad un bisogno fondamentale della natura umana.
Quindi, ribadisco, è sì per tutti. Ma solo a condizione che quei tutti si mettano a braccia aperte per poterne accogliere il senso. D'emblé, di puro istinto, senz'altro a corredo, è per pochi.

In maniera acuta Nomed si riferiva ai geni. Nei miei, ad esempio, è scritta ottusaggine per l'economia. Sono brava coi numeri, ma non coi ragionamenti relativi ai mercati, le borse, la finanza. Non mi sfiorano nessun neurone pensante. Come potrebbe accadere per te di fronte ad una tela di Fontana.
Si tratta di predisposizione.

Se ti facessi vedere questo

ti dicessi che ho fatto carte false per averne una copia a grandezza naturale sulla mia scrivania ed ogni mattina guardandolo mi commuovo, tu cosa risponderesti? Che ti lascia indifferente.
Se però studiassi Kandinsky forse cambieresti idea.
Così come se io mi mettessi ad approfondire l'economia, forse non mi sembrerebbe così arida e muta, al contrario del mio amico Nicolò che senza una formazione specifica ne comprende benissimo gli ingranaggi fino a farne fonte di reddito.

Ecco, un altro punto. È anche questione di natura. In ognuno acclama qualcosa di diverso :)
 
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Va bene Stefano, capisco anch'io il tuo pensiero e sono pure d'accordo.
Ma come può giungere diretto il messaggio dell'arte CONCETTUALE, senza un lavoro d'interpretazione e studio alle spalle?
Si tratta di complessità. Non è un panino, non è una coperta, non risponde ad un bisogno fondamentale della natura umana.
Quindi, ribadisco, è sì per tutti. Ma solo a condizione che quei tutti si mettano a braccia aperte per poterne accogliere il senso. D'emblé, di puro istinto, senz'altro a corredo, è per pochi.

In maniera acuta Nomed si riferiva ai geni. Nei miei, ad esempio, è scritta ottusaggine per l'economia. Sono brava coi numeri, ma non coi ragionamenti relativi ai mercati, le borse, la finanza. Non mi sfiorano nessun neurone pensante. Come potrebbe accadere per te di fronte ad una tela di Fontana.
Si tratta di predisposizione.

Se ti facessi vedere questo

ti dicessi che ho fatto carte false per averne una copia a grandezza naturale sulla mia scrivania ed ogni mattina guardandolo mi commuovo, tu cosa risponderesti? Che ti lascia indifferente.
Se però studiassi Kandinsky forse cambieresti idea.
Così come se io mi mettessi ad approfondire l'economia, forse non mi sembrerebbe così arida e muta, al contrario del mio amico Nicolò che senza una formazione specifica ne comprende benissimo gli ingranaggi fino a farne fonte di reddito.

Ecco, un altro punto. È anche questione di natura. In ognuno acclama qualcosa di diverso :)
ma si anche a me non dispiace quello per carità... (sembra una barchetta che si dirige verso una boa :rotfl: ) ma questo lo vedo MOLTO MOLTO DIVERSO confronto i tagli o quelle porcate irreali di flickr...
che poi per carità, anche a me piacciono i tagli da tenere a casa... perchè mi piacciono le cose minimal, ma se lo volessi appendere in casa ME LO FAREI DA ME!
 

Hypereyed

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ma si anche a me non dispiace quello per carità... (sembra una barchetta che si dirige verso una boa :rotfl: ) ma questo lo vedo MOLTO MOLTO DIVERSO confronto i tagli o quelle porcate irreali di flickr...
che poi per carità, anche a me piacciono i tagli da tenere a casa... perchè mi piacciono le cose minimal, ma se lo volessi appendere in casa ME LO FAREI DA ME!
Ecco perché le nostre posizioni si vogliono bene senza capirsi: tu hai bisogno di vederci qualcosa di tangibile, io mi perdo nelle impressioni emotive :)
 
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Questa è una delle discussioni più interessanti in cui mi sia mai imbattuta su un forum,o comunque,qualsiasi altro luogo virtuale.

Io amo i quadri,i monumenti e la musica classica,forse perchè sono stata esposta a queste tre forme d'arte sin da piccola.
Casa mia è piena di quadri,mio padre dipinge per hobby e ce ne sono sia di suoi che di pittori più o meno famosi - tele prese ad aste ma mai ,ovviamente,di chissà quale valore - e mi ha trasmesso questa passione che prima coltivavo di più.
La musica classica faceva spesso da sottofondo in casa mia, soprattutto Verdi,Mozart e Beethoven,ed ora l'ascolto anche io,andando pure alla ricerca di compositori vecchi e nuovi.
Di monumenti ne è piena la mia città e sin da piccola,con la scuola,li ho visitati,studiati ed amati tutti.
Questo per dire che ,più che i geni , è ciò che apprendiamo durante la socializzazione primaria prima, e quella secondaria dopo - con l'ovvia influenza del contesto socio-culturale in cui cresciamo e viviamo - che condiziona i nostri gusti ed il modo in cui percepiamo il bello.
Concezione e percezione del bello che non può che essere soggettiva.

Ora,io sono parzialmente d'accordo con entrambe le "posizioni".
L'arte innanzitutto è inutile,ed è in questa sua inutilità - intesa non nella sua accezione negativa ma come qualcosa che non può essere,di fatto,utilizzato - che sta l'essenza stessa dell'arte. Se ,per fare un esempio banale, costruisco una sedia e la utilizzo,per quanto bella e preziosa essa sia,non sarà mai considerata Arte. Se invece questa stessa sedia la creo con lo scopo precipuo di essere osservata e gustata,allora questo la renderà un'opera d'arte contemporanea.
Personalmente,e partendo dal presupposto che per capire e godere un'opera sia necessario conoscerne la sua storia - basti pensare al fatto che,quando si legge una poesia,è bene leggere prima la storia personale dell'autore per poterne comprendere a pieno tutti i suoi significati e sfaccettature - non riesco ad apprezzare le opere contemporanee.
Sarà forse per via delle mie lacune in Storia dell'arte,studio che si interrompe bruscamente poco dopo l'Espressionismo,ma non riesco a guardare ad un quadro - per esempio - di Kandinskij e provare gli stessi sentimenti che mi provocano un Caravaggio o un Van Gogh o anche un Canaletto.
Per lo stesso motivo per cui mi emoziono tantissimo quando leggo Leopardi,Montale e Ungaretti,ma non riesco proprio a digerire nulla del Futurismo.
E lo stesso discorso riguarda un po' tutto. Amo l'opera ed il teatro,ma non le opere teatrali moderne. E potrei continuare così per tutti i tipi di forme d'arte.

Sono d'accordo che bisogna essere educati,ed educarsi,per poter gustare e riconoscere il bello,ma è anche vero che,per quando questi studi possano essere approfonditi,non è detto che una persona arriverà a trovare di suo gradimento opere che non rispettano i canoni classici di bellezza. E' come se io mi sforzassi di farmi piacere una persona che non mi piace,non necessariamente brutta,ma che a pelle non mi ispiri simpatia.
Per quanto io possa andare oltre le apparenze,eliminare i pregiudizi ed arrivare a conoscere bene quella persona,non è detto che questa diventerà mia amica.
Perchè se è vero che spesso guardiamo con sospetto ciò che non conosciamo,è pure vero che il semplice fatto di conoscere quella cosa non significa che dovremmo inevitabilmente amarla.
 

S8un3no

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Nessuno qui ha mai detto che bisogna PER FORZA farsi piacere l'arte contemporanea. :)
Si cercava semplicemente di spiegare che, nell'analisi di una qualsiasi opera d'arte, non si può non tener conto di tutto quello che c'è dietro l'opera stessa ed approcciarsi dunque all'arte con superficialità. ;)
I gusti personali, restano gusti personali... e come la bellezza, in generale, è tutta una questione soggettiva.
Ma se ci troviamo difronte ad un Kandinskij o ad un Fontana, non li si può etichettare come delle "porcate", estendendo poi il giudizio anche a tutta l'arte a loro contemporanea.
Poi dirmi che non ti piace. Che non lo capisci. Che sei maggiormente attratto da un'altro tipo di opere d'arte... e su questo non avrò mai assolutamente nulla da ridire! ;)

Ho capito poi cosa intendi tu col termine "inutile"... e, nonostante tutto, mi sembra un aggettivo troppo forte da associare all'arte. E' proprio a causa di atteggiamenti così diffidenti nei confronti dell'arte e della cultura (che, come dice qualcuno, non portano il pane a tavola :aehm: ) che in Italia si tagliano i fondi da destinare al patrimonio artistico culturale e che pur essendo, il nostro, un paese di grande prestigio, da questo punto di vista, continuiamo a non valorizzare i nostri artisti, le nostre opere, le nostre città... facendo figure del cavolo agli occhi del mondo intero!

Tra l'altro (aggiungo quest'ultima cosa proprio perchè ci tengo e mi fa pensare veramente parecchio) con questo "tipico" atteggiamento del "Che ci vuole, lo faccio uguale pure io!" continuiamo a svalutare il lavoro di tanti grandi talenti. E lo facciamo anche a nostro discapito... essendo, noi tutti, degli aspiranti fotografi:
- Una delle frasi che si sente più spesso, qui in Italia (dove il lavoro del fotografo - al pari di quello di qualsiasi artista - è incredibilmente sottovalutato) è la tipica frase "Lo so fare pure io" che, inevitabilmente, porta ad una svalutazione del servizio fotografico, inimmaginabile fino a qualche anno fa o - meglio ancora - inimmaginabile in altri luoghi del pianeta.
Cosa ci stiamo impegnando a fare? Perchè studiamo così a fondo la fotografia, le inquadrature, la luce... se un giorno che realizzeremo uno scatto, ci sarà sempre il personaggio di turno che sarà in grado di farla come (o meglio) di noi, senza aver studiato niente? Senza aver buttato tempo ed aver fatto i sacrifici per la fotografia?
E perchè, allora, questi presunti tuttologi non realizzano i propri matrimoni da soli?
Cosa rende il nostro lavoro inferiore a quello di un qualsiasi altro professionista?

Continuando col "lo so fare anche io", ci buttiamo solo la zappa sui piedi.
Ed al posto di "sensibilizzare" le persone, facendo capire loro quanto studio ed impegno ci siano dietro una bella fotografia... facciamo il loro gioco e giustifichiamo questi assurdi comportamenti.
Come se questo atteggiamento non fosse già incredibilmente radicato nella mentalità delle persone...

Fermiamoci un'attimino e pensiamo a quanto possa essere contro-producente un atteggiamento simile.
 

S8un3no

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ho letto velocemente che son di fretta, volevo rispondere sul fatto di "lo so fare anche io"... beh non èè una cosa che direi ad esempio per la Gioconda! ma vienimi a dire che i tagli non li saprebbe fare chiunque scusa!! XD
Non lo prendere come n'attacco personale eh... prendo te da esempio... Ma le tue foto macro le saprebbe fare chiunque no? Seguendo questo ragionamento...

Io non sono d'accordo! Tu STUDI e PROVI e accumuli esperienza, scatto dopo scatto... solo alla fine riesci a realizzare il tuo prodotto finale.
 

giorgio90

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ho letto velocemente che son di fretta, volevo rispondere sul fatto di "lo so fare anche io"... beh non èè una cosa che direi ad esempio per la Gioconda! ma vienimi a dire che i tagli non li saprebbe fare chiunque scusa!! XD
Allora, se prendi a paragone la tela di fontana il ragionamento prettamente pragmatico del "lo so fare pure io" ci sta, ma le cose stanno diversamente...se tutti sono capaci di fare un taglio su una tela, perchè allora fino ad ora nessuno ha mai lontanamente pensato di stare creando un'opera d'arte? bè, perchè semplicemente in questi casi si tiene conto del valore legato al concetto che viene espresso...il taglio ha importanza non tanto per il taglio in sè ( che giustamente anche mia sorella piccola sa fare), quanto per la provocazione che c'è sotto !!!... è un semplice veicolo per un messaggio concettualmente ben più profondo della mera materialità !... il bello, il difficile, il brutto, quello che vuoi, sta proprio nel riflettere su quel messaggio !!!...l'autore lancia delle provocazioni, degli spunti di riflessione...la rottura degli schemi è molto più stimolante di un sistema di cose già visto e quindi poco attrattivo...è il veicolo perfetto per lanciare idee, spunti, provocazioni innovatrici e sperimentali !!...
 
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Non lo prendere come n'attacco personale eh... prendo te da esempio... Ma le tue foto macro le saprebbe fare chiunque no? Seguendo questo ragionamento...

Io non sono d'accordo! Tu STUDI e PROVI e accumuli esperienza, scatto dopo scatto... solo alla fine riesci a realizzare il tuo prodotto finale.
no no tranquillo che attacco personale :) fin quando si parla educatamente e intelligentemente io non ho nessun problema ;)

beh oddio... dire che le mie foto macro le saprebbe fare chiunque non credo..... cioè con tutti io intendo proprio TUTTI un taglio lo può fare da uno spazzino ad un meccanico ad un dirigente della fiat.... le foto macro (e le foto in genere non in automatico) le sanno fare già una nicchia ristretta di persone, non chiunque.... e questa nicchia ristretta già taglia fuori molte persone che si definiscono "fotografi" e poi si fanno le foto in bagno... in più sinceramente, non per essere s*****o, ma credo che alcune delle mie foto più belle macro non siano neanche capaci di farle tutti in questo forum che è una comunità di fotografi... quindi reputo che il paragone con i tagli non vada bene..

in più comunque, a parte alcune tra le migliori mie macro che credo possano esser "riprodotte" solo da poche decine di utenti già qui nel forum (figurati nel mondo intero), comunque a parte quelle le altre foto macro "banali" non le reputo delle "forme d'arte" perchè sono riproducibili da moltissimi fotografi "qualunque" :)

non so se si è capito ciò che intendo :)

Allora, se prendi a paragone la tela di fontana il ragionamento prettamente pragmatico del "lo so fare pure io" ci sta, ma le cose stanno diversamente...se tutti sono capaci di fare un taglio su una tela, perchè allora fino ad ora nessuno ha mai lontanamente pensato di stare creando un'opera d'arte? bè, perchè semplicemente in questi casi si tiene conto del valore legato al concetto che viene espresso...il taglio ha importanza non tanto per il taglio in sè ( che giustamente anche mia sorella piccola sa fare), quanto per la provocazione che c'è sotto !!!... è un semplice veicolo per un messaggio concettualmente ben più profondo della mera materialità !... il bello, il difficile, il brutto, quello che vuoi, sta proprio nel riflettere su quel messaggio !!!...l'autore lancia delle provocazioni, degli spunti di riflessione...la rottura degli schemi è molto più stimolante di un sistema di cose già visto e quindi poco attrattivo...è il veicolo perfetto per lanciare idee, spunti, provocazioni innovatrici e sperimentali !!...
no non sono d'accordo su questo... trovo che nessuno l'ha mai fatto prima perchè nessuno ha mai pensato che potesse essere una cosa decente da vendere XD
cioè io non sto a guardare la provocazione o no, se no veramente a questo punto ci ritrovereemmo pieno di artisti che dipingono con della m***a sulla tela per essere provocatori...
oppure con il sangue come una mentecatta su italia's got talent!
 
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concordo, una discussione molto interessante
non capisco però questa cosa dell'arte considerata inutile, mi sembra limitante pensare che una cosa sia utile solo se ha uno scopo a livello pratico/materiale (come la sedia), l'arte ha sempre smosso persone, ispirato ideali, deciso l'evolversi delle cose.
le avanguardie delle arti visive hanno esercitato un' influenza notevole ben oltre il loro ambito: Le Corbusier, architetto e pittore purista si ispira proprio alla scomposizione cubista nel delineare nuovi criteri e nuove forme progettuali; Mel'nikov e gli architetti costruttivisti partono anch'essi dall'arte visiva, dal cubismo, dai disegni di Sant'Elia, dal suprematismo per porre le basi di un nuovo linguaggio adatto alla Russia degli anni 20 che si oppone ai vecchi ideali zaristi.
in effetti l'operato dell'arte si inserisce in un grande flusso che sfocia diretto verso i tempi nostri
trovo che sia davvero limitante intendere l'arte fine esclusivamente alla tecnica, non si può trascurare il perchè.
c'è un opera di Duchamp, si chiama "Anticipo per il braccio rotto", si tratta di una pala per spazzare la neve, una semplicissima pala con su la firma dell'artista. è il titolo che ci racconta la riflessione di Duchamp e la sua provocazione.
 
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